Mutuando un concetto presente nell’industria, si parla di “agricoltura 4.0” quando è possibile raccogliere, organizzare e interpretare in modo automatico le informazioni necessarie per supportare le decisioni agronomiche. Sipcam, società parte del gruppo multinazionale italiano dell’agrofarmaco Sipcam-Oxon, primo è stata la prima in Italia a utilizzare il “precision farming” per stabilire la correlazione tra le caratteristiche del terreno e le pratiche agronomiche con la qualità (contenuto e tipologia di proteine) del raccolto. Tutto questo significa applicare nella produzione di soia ciò che viene chiamato Internet of Things (IoT), ovvero la capacità di far dialogare diversi strumenti per raccogliere informazioni ed elaborarle per poterle usare con vantaggio economico.
Soia e IoT, binomio vincente
Questi concetti, in particolare, sono stati adottati nella coltivazione sostenibile della soia, per fare dell’Italia e in particolare della “Po Valley”, che ha condizioni di clima e terreni ideali per questa coltura, le aree d’eccellenza per la sua produzione di qualità e la sua trasformazione in alimenti. IN particolare sono stati stanziati 5 milioni di euro nella ricerca genetica per l’ottenimento di varietà di soia di alta qualità, oltre che nell’applicazione di nuove tecnologie in grado di ottimizzare le scelte agronomiche nella coltivazione della soia. Tutto questo significa applicare nella produzione di soia ciò che viene chiamato Internet of Things (IoT), ovvero la capacità di far dialogare diversi strumenti per raccogliere informazioni ed elaborarle per poterle usare con vantaggio economico:
Un vegetale ricco di proteine
La soia, con più di 120 milioni, di ettari coltivati è la prima fonte di proteine vegetali al mondo. Nord e Sud America, con oltre il 75% del totale, sono le aree più importanti di coltivazione. L’Europa, secondo importatore mondiale dopo la Cina, ne importa il 90% del proprio fabbisogno, circa 32 milioni di tonnellate annue, per le sue filiere di produzione per il consumo umano e animale. L’Italia è il paese dell’Unione europea con la maggiore superficie coltivata a questa coltura: circa 350mila ettari. La soia ha oggi un ruolo decisivo nella produzione proteica sostenibile per i 7,4 miliardi di abitanti della terra (che saliranno a 9 miliardi nel 2050) e può contribuire a sradicare, come vorrebbe l’Onu, il problema della fame nel mondo che riguarda 800 milioni di persone. I semi di soia, infatti, non solo contengono la maggiore quantità di proteine tra i vegetali coltivati (circa il 40%), ma sono di ottima qualità, le più vicine a quella della carne. La produzione delle proteine da soia, inoltre, richiede un consumo molto minore di risorse rispetto alla produzione di proteine animali (carne e pesce). La soia, infine, come tutte le leguminose, è in grado di fissare l’azoto direttamente dall’atmosfera riducendo notevolmente la necessità di concimazioni chimiche. Gli sviluppi dell’agricoltura, della zootecnia e della meccanizzazione hanno portato a un business dell’alimentazione che oggi vale, a livello mondiale, 5.000 miliardi di dollari. Ciò pesa sull’ambiente: oggi ci sono più di 27 miliardi di animali nel mondo, che immettono gas in atmosfera, un numero quadruplicato rispetto a quello rilevato nel 1960. Nello stesso periodo la produzione di carne annuale è cresciuta di quasi cinque volte e quella di soia è aumentata di quasi 11 volte avendo la sua applicazione principale nell’alimentazione animale (il 75% del totale). Un impatto sull’ambiente è anche dato dall’intensificazione dell’acquacoltura che oggi fornisce il 50% della produzione ittica, fonte di proteine animali per 3 miliardi di persone, mentre ancora futuribile si presenta come fonte credibile a basso costo di proteine l’uso di insetti.
Crediamo nell'IoT
“Crediamo che l’Iot – Internet of Things – afferma Piero Ciriani, direttore del business sementi di Sipcam Italia – abbia un grande potenziale in agricoltura e nella coltura della soia nello specifico: collegare e far dialogare diversi strumenti e tecnologie per fornire informazioni facilmente fruibili rappresenta un vantaggio competitivo per gli imprenditori agricoli. Utilizzando il precision farming possiamo rilevare migliaia di dati e informazioni sulla quantità e qualità dei raccolti collegate alle caratteristiche di ogni singolo appezzamento portando nelle aziende agricole le informazioni e le esperienze che normalmente si ottengono nei centri di ricerca. Grazie al DDS – Decision Support System, potremo rendere queste informazioni facilmente fruibili da tutti gli agricoltori aiutandoli a utilizzare meglio prodotti e tecniche agronomiche con l’obiettivo di armonizzare miglioramento delle produzioni e rispetto dell’ambiente”.