Circa dodici anni fa nasceva Windows Xp. Il 25 ottobre 2001 precisamente. Ed il prossimo 8 aprile sarà il fatidico giorno di fine supporto al sistema operativo che ha rappresentato un’eccezione per quanto riguarda gli standard dettati dalla lifecycle policy dei prodotti Microsoft, che prevede un supporto della durata di dieci anni.
Nel 2001 non si parlava ancora di mobilità, internet era per pochi. Le cose sono cambiate parecchio da allora. La tecnologia ha fatto passi da gigante. Nonostante ciò Xp ha resistito, ed ora preoccupa. Preoccupa perchè, secondo una recente indagine di Idc sulle Pmi italiane, è ancora ampiamente diffuso: nel Centro e nel Sud circa un terzo delle imprese lo ospita su oltre l’80% dei terminali (in alcune regioni del Sud come la Puglia si arriva a quasi alla metà delle imprese). La maggiore propensione all’aggiornamento emerge nelle regioni del Nord e in quelle ad elevata industrializzazione.
Chiaramente, senza supporto il sistema operativo diventerà vulnerabile, nonostante i motori antivirus ed antimalware continueranno ad essere attivi fino al 2015. Ma questo rappresenta solo una piccola percentuale di quella che è “protezione”.
In particolare, dalla ricerca di Idc è emersa la scarsa percezione che hanno le imprese del legame tra aggiornamento del sistema operativo e sicurezza. Lo scenario pre-Eos-day vede inoltre le medie realtà maggiormente informate del termine del supporto rispetto alle piccole imprese, con i settori che hanno ragioni politico-strategiche (Pal) oppure economico finanziarie (Finanza) disposti a investire nei prossimi 12 mesi.
Si è al cospetto, dunque, di un vecchio sistema operativo radicato nel tessuto imprenditoriale italiano, con le Pmi, come detto, che sottovalutano ampiamente le vulnerabilità software come fattore di rischio per la sicurezza.
Ma, come dimostra la ricerca Idc, vi è una mano tesa in soccorso delle aziende. Il ruolo degli operatori del canale è fondamentale per aiutare le Pmi a prendere in carico le tematiche relative alla sicurezza e in generale a realizzare progetti di innovazione. I 27 mila partner di Microsoft sono infatti in grado di raggiungere le imprese capillarmente sul territorio e di offrire consulenza ad hoc a chi intende intraprendere la migrazione. Interessante il caso di Progel, operatore emiliano, che ha sviluppato Client Standard Windows, una soluzione per l’adozione rapida di Windows 7/8/8.1.
“In vista dell’Eos di Xp le aziende hanno diverse opportunità da cogliere. Anzitutto la standardizzazione dei loro client. Poi potrebbero dotarsi di un’infrastruttura di gestione per semplificarne le fasi di aggiornamento ed evoluzione, senza impattare sui tempi e sui costi. Infine potrebbero contribuire, con un’opportuna dose di formazione, alla crescita produttiva di una nuova user experience accompagnando i loro utenti a diventare dei veri smart worker”, ha dichiarato Alberto Trigari, direttore commerciale di Progel.
E’ un passaggio di consegne delicato tra sistemi operativi. Ma le aziende devono cogliere l’opportunità per modernizzare il proprio modo di lavorare, approfittando dei vantaggi che solo le nuove tecnologie possono portare. Questo il messaggio di Microsoft. Con la speranza che venga colto dalle realtà italiane.