Mancano ormai pochi giorni all’Italian Machine Vision Forum, in programma il 3 ottobre a Rimini. La mostra convegno, itinerante promossa da ANIE Automazione e organizzata da Messe Frankfurt Italia, ha come titolo “Tecnologie per l’industria del futuro”. Un’intensa giornata che affianca l’area espositiva ed una seri di approfondimenti. Ne abbiamo parlato con Aldo Peretti – presidente del Comitato Scientifico dell’Italian Machine Vision Forum.
Quest’anno l’Italian Machine Vision Forum si svolgerà a Rimini. Per quale ragione proprio in questa città?
Il primo evento fisico, dopo i due virtuali, venne fatto Padova, perché abbiamo l’obiettivo di essere vicini alle aziende. E vorremmo, in futuro, continuare la rotazione fra i vari poli fieristici. Rimini, oltretutto, è una località baricentrica per tutti i settori industriali di maggior interesse per le nostre attività: dall’automazione al packaging, all’automotive, alla ceramica e a tutte le linee di produzione.
Avete previsto un’area espositiva, ma l’Italian Machine Vision Forum vanta anche un intenso programma convegnistico. Quali sono i temi più “caldi” nel vostro settore?
Si tratta di un settore in continua evoluzione tecnologica. In particolare direi che sono presenti tre tematiche tecniche e tecnologiche principali. Innanzitutto l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’ambito della visione, parlerei quasi di un’integrazione biunivoca fra intelligenza artificiale e visione. Perché la visione cresce quanto più vengono utilizzati gli strumenti di intelligenza artificiale. Del resto assistiamo allo sviluppo di sistemi gestionali sempre più evoluti, oltre ad una presenza sempre più massiccia di dati ed allo sviluppo di reti neurali, particolarmente sofisticate, per la classificazione delle immagini. Quindi la visione richiederà l’impiego dell’intelligenza artificiale, che sarà uno strumento importante per la crescita in ambito applicativo.
Un secondo tema da sottolineare riguarda l’utilizzo delle camere spettrali. Si tratta di una tecnica di analisi che permette di analizzare non solo i materiali tipicamente impiegati nelle applicazioni industriali più comuni, quindi metalli e plastiche, ma possiamo identificare praticamente tutti i materiali dello stato minerale, i grassi vegetali, i materiali artificiali e naturali. In tal modo disponiamo di un’analisi veloce e immediata della composizione chimica e fisica. Ma, soprattutto, abbiamo la possibilità di rilevare e localizzare la presenza di corpi estranei, come specie chimiche o batteriche, o di individuare difettosità.
Il terzo tema tecnico è quello delle lenti, e cioè la tecnologia di messa a fuoco automatica. La stessa utilizzata dall’occhio umano. Questo permette di mettere a fuoco senza dover ricorrere l’operatore alla regolazione manuale della lente. In campo, infatti, la lente si regola automaticamente al variare della distanza fra soggetto e telecamera. In pratica questo comporta che, fotogramma dopo fotogramma, si può avere un’immagine sempre nitida.
Proprio la luce di queste nuove tecnologie. Quali saranno i settori in cui verrà maggiormente utilizzata la visione artificiale? Quali sono, invece, i settori ancora in ritardo?
Oramai i benefici della visione applicata all’intelligenza artificiale stanno diventando preponderanti in tutte le applicazioni principali dei processi industriali: dall’automazione al controllo di processo. Quindi abbiamo margini in tutto ciò che permette di ottimizzare il controllo degli scarti, la qualità del prodotto finale e il controllo di eventuali guasti. Diciamo che questo ambito industriale è quello preponderante attualmente per l’utilizzo della visione artificiale. Oltre all’automazione ed alla robotica, avremo importanti applicazioni in settori quali il medicinale, la biometrica, la farmaceutica e tutto ciò che riguarda il monitoraggio dell’inquinamento. Il tutto senza dimenticare l’economia sostenibile, la realtà aumentata, i riconoscimenti facciali e la sicurezza.
Parlando di tecnologie innovative, spesso per le piccole e medie aziende il vero problema è rappresentato dalla carenza di System Integration. Cosa stanno facendo le aziende italiane per andare incontro a questa problematica?
Le Pmi italiane soffrono, come sappiamo benissimo, di nanismo a confronto con i loro concorrenti mondiali. Per questo, approfittando anche dell’Italian Machine Vision Forum. vogliamo aiutarle a creare una cultura della digitalizzazione e dell’automazione, dell’intelligenza artificiale e poi della visione, supportandole con strutture e consulenti che le aiutino in questo passaggio epocale, oltre che culturale e tecnologico. E’ naturale che questo passaggio sia favorito se si riescono ad attivare collaborazioni, alleanze e acquisizioni nell’ambito delle varie filiere industriali. Ciò permetterebbe alle piccole e medie aziende italiane di rafforzarsi anche sui mercati internazionali. Uno dei casi di successo è l’acquisizione che abbiamo fatto noi di Uteco con Vision, per farla crescere non solo nei settori consolidati, ma anche sui mercati internazionali ed in altri settori applicativi.
Guardando al futuro, che impatto avrà l’Industria 5.0 sui sistemi di visione artificiale?
La visione artificiale è proprio uno degli aspetti importanti dell’evoluzione tecnologica e potrà aiutare per la diffusione dell’Industria 5.0. Sappiamo che i paradigmi di Industria 5.0 sono la resilienza, la sostenibilità e l’uomo al centro di tutto. Resilienza, soprattutto per le aziende italiane, vuol dire capacità di rimanere ed essere sempre più flessibili, cogliere in modo sempre più veloce le dinamiche di mercato e le necessità di prodotto. Ed è naturale che la visione artificiale aiuterà senz’altro questa evoluzione. Non solo in termini di adeguamento al mercato e di flessibilità di produzioni non più standardizzate o di massa, ma customizzate. Inoltre proprio la visione artificiale contribuisce all’ottimizzazione del processo, soprattutto per quanto riguarda la qualità dei controlli e la riduzione degli scarti.
In termini di sostenibilità, come sappiamo, le applicazioni di intelligenza artificiale per la visione sono finalizzate a ridurre l’impatto ambientale dei processi industriali. Quindi il supporto dato al secondo paradigma della sostenibilità sarà senz’altro fortissimo.
Per arrivare, infine, alla visione umano-centrica: la visione permette di automatizzare e ottimizzare sempre di più i processi che potevano richiedere una manualità non così tecnicamente evoluta. Ma, dall’altra parte, questi processi richiederanno una cultura industriale ed un training globale per la forza lavoro di alto livello chiamata ad accedere all’utilizzo di questi nuovi sistemi.
Rivedi la videointervista di Aldo Peretti