Favorita dalla ripresa economica continentale e dagli incentivi, l'industria italiana sta tornando a crescere. La conferma arriva dal rapporto Prometeia-Intesa Sanpaolo, dal quale emerge che, nei primi cinque mesei del 2017, il fatturato dell’industria manifatturiera italiana ha proseguito lungo il percorso di recupero intrapreso alla fine dello scorso anno, grazie alla vivacità della domanda interna e al tanto atteso risveglio del canale estero.
La crescita tendenziale del 4.7% (che risente anche del confronto con un debole inizio 2016) ha riportato il fatturato manifatturiero sui valori di maggio 2011, che restano tuttavia ancora di 9 punti percentuali inferiori al picco del 2008.
Trainati dall'export
Nella prima parte del 2017 la performance del manifatturiero italiano è stata sostenuta anche dalle vendite sui mercati esteri, che segnano un rimbalzo rispetto ai minimi di inizio 2016. Tra gennaio e aprile, la crescita dell’export italiano (+5.1% a valore, al netto della componente volatile dei prodotti petroliferi) è risultata superiore a quella registrata da Germania (4.2%) e Francia (+2.8%), anche se meno dinamica di quella di Spagna (+7.5%) e Polonia (+8.7%).
Tra i settori che più hanno beneficiato del contributo del canale estero, mettendo a segno una crescita del fatturato superiore alla media, si annoverano Farmaceutica (grazie al traino dei vaccini) e Automobili e Motocicli (dove il netto rimbalzo delle esportazioni di autoveicoli verso la Cina si aggiunge al sostegno proveniente dai flussi intra-firm con l’area NAFTA e la Polonia). Da segnalare, nello specifico, come nei primi quattro mesi dell’anno la performance di export della filiera automotive italiana (+10%) sia risultata nettamente più dinamica di quella francese (+5.9%), tedesca (0.5%) e spagnola (-1.2%) e simile, per ritmo di espansione, a quella polacca (+10.5%).
Il buon andamento delle esportazioni, grazie al risveglio della domanda proveniente dai mercati europei, è risultato premiante anche per il fatturato di Prodotti in metallo ed Elettrotecnica, che è cresciuto più della media manifatturiera. La componente inflativa, presente anche in questi settori, ha esercitato invece un ruolo di importanza secondaria.
La meccanica batte i tedeschi
La Meccanica torna a collocarsi tra i settori a maggior potenziale del nostro manifatturiero. Fra gennaio e maggio 2017, la crescita del fatturato settoriale (+5.8% tendenziale) è stata sostenuta innanzitutto dalla componente interna (+9,5%), che ha beneficiato degli incentivi del Piano Industria 4.0. Questo ottimo risultato indica come la flessione tendenziale degli acquisti di macchinari e attrezzature registrata nel primo trimestre (secondo i dati Istat di Contabilità Nazionale) possa considerarsi un effetto temporaneo, derivante dall’incertezza circa il rinnovo del Superammortamento e dalla mancanza di chiarezza circa le norme applicative dell’Iperammortamento, ormai superata.
Al buon momento della domanda interna è andato sommandosi un andamento positivo delle vendite estere. Il traino dei mercati extra-Ue (principalmente Stati Uniti e Russia) ha consentito alle esportazioni di prodotti meccanici italiani di mettere a segno una crescita del 4.2% tra gennaio e aprile, più brillante di quella dei competitor tedeschi (+3.4%) e francesi (+1.9%).
Cauto ottimismo per i prossimi mesi
Le attese per la seconda metà del 2017 sono orientate verso un cauto ottimismo. Gli indicatori anticipatori restano coerenti con uno scenario positivo. Il clima di fiducia della manifattura si mantiene sui valori più elevati degli ultimi sei anni e i dati sugli ordinativi continuano a mostrarsi in forte crescita, sia sul fronte interno sia, soprattutto, su quello estero. Tuttavia, il ritmo di sviluppo del manifatturiero potrebbe subire una attenuazione nei prossimi mesi.
Ci aspettiamo, infatti, un rallentamento della crescita dei settori produttori di beni intermedi, complice il progressivo esaurirsi della componente inflativa e del ciclo di ricostituzione delle scorte, derivante da un allentamento delle tensioni sul fronte delle quotazioni delle principali commodity.
I settori produttori di beni di consumo potranno, invece, contare sul contributo positivo delle esportazioni e degli acquisti legati ai flussi turistici ma si confronteranno con un andamento moderato della spesa delle famiglie italiane.
La crescita dell’industria manifatturiera italiana sarà pertanto sostenuta, principalmente, dai settori produttori di beni d’investimento, che beneficeranno delle buone condizioni di domanda, sia sul mercato interno che su quelli internazionali.