Sicurezza e incidenti sul lavoro diventano “importanti” solo a fronte di eventi eclatanti. I dati Inail, invece, sono impressionanti e raccontano di un dramma quotidiano, fatto da ripetute morti sul lavoro.
Basti pensare che, nel 2018, le denunce presentate all’istituto sono state 641.261 (+0,9% rispetto allo stesso periodo del 2017). Ma l’aspetto più preoccupante sono i morti sul lavoro: ben 1.133, in crescita del 10,1% rispetto all’anno precedente. Questo significa, dati alla mano, che ogni giorno tre persone perdono la vita durante il lavoro.
Dove avvengono gli infortuni?
I dati aggregati, ovviamente, devono essere analizzati con maggiore attenzione, in quanto la normativa italiana conteggia anche gli incidenti in itinere, ovvero nel tragitto tra l’abitazione e il posto di lavoro. A fronte delle 641.261 denunce, sono cresciuti del 2,8%, (da 95.849 a 98.518), gli incidenti in itinere, ma sono in crescita dello 0,6% (da 539.584 a 542.743) anche quelli avvenuti effettivamente sul posto di lavoro. Ma preoccupa, soprattutto, il fatto che il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato dell’1,0% nella gestione Industria e servizi (dai 497.220 casi del 2017 ai 502.156 del 2018), un valore in controtendenza rispetto al settore dell’agricoltura, in cui si registra invece un calo dell’1,8%.
L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce di infortunio nel Nord-Ovest (+1,1%), nel Nord-Est (+2,2%) e al Sud (+0,8%), e un calo al Centro (-0,8%) e nelle Isole (-1,0%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano la Provincia autonoma di Bolzano (+5,4%), il Friuli Venezia Giulia e il Molise (+3,9% per entrambe), mentre i decrementi maggiori sono quelli che sono stati rilevati nella Provincia autonoma di Trento (-6,5%), in Valle d’Aosta (-4,5%) e in Abruzzo (-3,2%).
L’incremento ha interessato soprattutto i lavoratori extracomunitari (+9,3%) e in misura minore quelli comunitari (+1,2%), mentre le denunce di infortunio dei lavoratori italiani, che rappresentano circa l’84% del totale, sono in calo dello 0,2%.
Significativo, infine, il fatto che emergono incrementi per la fascia fino a 34 anni (+4,0%) e tra i 55 e i 74 anni (+3,2%). In flessione, invece, le denunce per le fasce 35-44 anni (-3,7%) e 45-54 anni (-0,9%).
Nell’industria si muore di più
A fronte di 1.700 persone che, ogni giorno, subiscono un infortunio più o meno grave, tre di questi incidenti hanno un esito mortale. Un dati reso ancor più preoccupante dal fatto che il numero di morti è in aumento in tutti i mesi dell’anno e, quindi, non influenzato solo da eventi particolarmente tragici come il crollo del ponte Morandi a Genova o l’incidente dei braccianti in Puglia.
Anche in questo caso, oltre all’aumento del 5,4% dei morti in itinere, il settore Industria e servizi registra dati particolarmente negativi: nel 2018 si è registrato un incremento di 128 casi mortali (da 857 a 985).
Dall’analisi territoriale emerge un aumento di 47 casi mortali nel Nord-Ovest (da 258 a 305), di 24 nel Nord-Est (da 249 a 273), di tre al Centro (da 211 a 214) e di 35 al Sud (da 223 a 258). Nelle Isole, invece, le denunce sono state cinque in meno (da 88 a 83). A livello regionale spiccano i 27 casi in più della Campania (da 60 a 87), i 24 in più della Lombardia (da 139 a 163) e del Veneto (da 91 a 115), i 22 in più della Calabria (da 19 a 41), i 15 in più del Piemonte (da 83 a 98) e i nove in più di Liguria e Toscana. Cali significativi si registrano, invece, in Abruzzo (da 54 a 25) e nelle Marche (da 33 a 22).
L’incremento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani (da 861 a 952), pari all’84% del totale, sia quelle dei lavoratori extracomunitari (da 119 a 130) e comunitari (da 49 a 51).
Dall’analisi per classi di età emerge come una morte su due abbia coinvolto lavoratori di età compresa tra i 50 e i 69 anni, con un incremento tra i due periodi di 85 casi (da 487 a 572). In aumento anche le denunce che hanno riguardato la fascia fino a 19 anni (da 13 a 21) e quella tra i 25 e i 39 anni (da 184 a 218 casi). Sono diminuite, invece, le morti della fascia di età 20-24 anni (da 45 a 41) e di quella 40-49 anni (da 261 a 238).
Più sicurezza nelle macchine
L’incremento di infortuni e decessi nel settore industriale dimostra, ancora una volta, che la sicurezza non ha raggiunto i necessari livelli di attenzione. Così, a oltre dieci anni dall’entrata in vigore della Direttiva Macchine, proprio le macchine sono tornate al centro dell’attenzione con l’emanazione del nuovo documento tecnico ISO/TR 24119, che entra nel merito dei collegamenti in serie dei dispositivi di interblocco. Una scelta che rende molto più complicato ottenere prestazioni di sicurezza elevate (PL – Performance Level) sulle macchine sviluppate per il mondo manifatturiero. Il documento, in particolare, prende in considerazione concetti come Fault Masking, dispositivi connessi in serie, cablaggio a stella o ad anello…
Gli OEM devono così confrontarsi con una nuova architettura di sicurezza e con soluzioni non sempre conformi alle nuove normative.
Per chiarire le novità introdotte da ISO/TR 24119, ma soprattutto per capire come affrontare correttamente il progetto di una nuova macchina, ItisMagazine incontra Andrea Grassi – Technical Manager presso Schmersal, oltre ad essere uno dei pochi italiani in possesso della certificazione FS Engineer rilasciata da TÜV Rheinland.
L’appuntamento è per un webinar gratuito, in agenda il prossimo 11 aprile alle 11, in cui approfondiremo queste tematiche.
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Nel corso del webinar, Andrea Grassi risponderà in diretta anche alle domande degli spettatori. Ma, considerando la complessità della materia, suggeriamo di anticipare le domande all’indirizzo: redazione.itis@bitmat.it