“Dal primo gennaio 2019 è soppresso il sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti (Sistri)”. La notizia non è ancora ufficiale, ma la cancellazione del Sistri è stata inserita nella bozza del Decreto Legge Semplificazioni, di cui discuterà nel prossimo Consiglio dei Ministri. Una scelta che comporterebbe anche l’abolizione dei contributi da versare, ma soprattutto delle problematiche che da un decennio ossessionano le aziende coinvolte.
Non si tratta, comunque di un addio, ma di una sospensione. Quindi, se verrà approvata, si torneranno ad utilizzare i moduli cartacei (compilando registri di carico e scarico e formulari di identificazione rifiuti) sino alla piena funzionalità del sistema digitale.
Un apprezzamento da Anie
Le imprese di ANIE, in una nota, hanno apprezzato “la determinazione del Governo e del Ministro dell’Ambiente Costa a staccare la spina a uno strumento lodevole negli intenti ma assolutamente inefficace”.
In particolare viene evidenziato come “Attraverso l’art 23 dello schema di decreto legge recante misure urgenti in materia di semplificazione e sostegno allo sviluppo, il Consiglio dei Ministri ha confermato l’abolizione del sistema di tracciabilità dei rifiuti, già a partire dal 1° gennaio 2019.
Va in archivio un sistema che fin dalla sua istituzione non ha mai portato al raggiungimento del tanto agognato obiettivo di sostituire il sistema di gestione cartaceo e permettere agli organi di controllo un più efficace monitoraggio dei flussi di rifiuti sul territorio nazionale.”
In particolare Maria Antonietta Portaluri, Direttore Generale di ANIE Confindustria, ha ribadito: “L’abrogazione del SISTRI è un passo importante da parte del Governo, che ha raccolto il forte malcontento delle imprese, che da troppi anni denunciavano l’irragionevole mantenimento di un sistema macchinoso e malfunzionante, che anziché semplificare e agevolare le pratiche di smaltimento rifiuti si sovrapponeva alla gestione cartacea, non producendo altro effetto che l’incremento degli oneri burocratici, gestionali e ovviamente economici da parte delle imprese”.