Se fino a poco tempo fa se ne parlava e basta di blockchain, oggi invece si osservano anche nel panorama italiano, i primi progetti riguardanti l’adozione di questa nuova tecnologia che, nel giro di qualche anno, potrà essere, secondo diversi esperti, il fondamento su cui imprese e pubbliche amministrazioni baseranno parte del proprio business. Nonostante il positivo avvio dell’implementazione delle prime iniziative basate su blockchain, si nota però che queste non riguardano ancora ambiti mission critical, cosa che si prevede accadrà nella seconda metà del 2017, con anche il coinvolgimento di diversi settori economici.
“Se inizialmente era solo il mondo Finance ad aver abbracciato la blockchain poiché nata come sistema per gestire le transazioni su Bitcoin, ora grazie all’elevato livello di sicurezza garantito può essere utilizzata in tutti gli ambiti in cui si viene a creare una relazione tra più persone o gruppi. Non solo permette di determinare la tracciabilità di azioni o titoli, ma la blockchain può rappresentare la base su cui determinare l’esatta posizione di un determinato prodotto lungo l’intera filiera produttiva” ha spiegato Mauro Giorgi, senior vice president di NTTDATA.
La blockchain è infatti una piattaforma basata su tecnologia peer-to-peer che, grazie alla sua natura, permette di sorvegliare ogni transazione (senza l’intermediazione della banca) grazie ad una rete di nodi che ne garantiscono la correttezza e possono mantenerne l’anonimato. Questo perché ogni informazione viene memorizzata in un “blocco” unico, senza che la transazione sottostante possa essere cancellata, modificata o duplicata. La blockchain rappresenta pertanto un sistema abilitante per gestire il passaggio di valore e realizzare scambi sicuri anche tra realtà solitamente non affidabili. Il valore viene infatti veicolato attraverso la rete alla stessa velocità delle informazioni grazie ad una tecnologia che garantisce la non ripudiabilità degli eventi.
Attraverso il paradigma blockchain non serve più peraltro la necessità di dover basare l’infrastruttura su un server, il che permette di poter pubblicare tutte quelle applicazioni e quei dati che oggi, per sicurezza e per privacy, risiedono su server proprietari e privati. Ed è proprio per tale ragione che la blockchain sta superando il solo ambito finanziario, dove peraltro ha raggiunto un buon grado di maturità. Utilities, pubblica amministrazione, assicurazioni e supply chain sono infatti gli ambiti nei quali si sta introducendo maggiormente l’applicazione di questa nuova tecnologia.
La blockchain entra quindi nelle industrie e nel settore dell largo consumo con una serie elevata di vantaggi. Per ottenerli l’idea, secondo NTTDATA, è quella di realizzare una sorta di GS1 potenziato, ossia un sistema di codici a barre basato proprio sulla blockchain e che consentirebbe così di rendere maggiormente trasparente la gestione di filiere sempre più complesse. Basti pensare ad esempio al mondo farmaceutico o anche all’agroalimentare che attraverso un “passaporto digitale” possono così garantire la provenienza e la “bontà” di medicinali e alimenti. WallMart, ad esempio sta testando in America un sistema per il monitoraggio della filiera per le fette di mele in scatola, mentre in Cina per la vendita della carne di maiale. Notevoli benefici sarebbero inoltre riscontrabili a livello doganale dove gli operatori possono determinare con esattezza la provenienza delle merci in transito.
Oltre a questioni legate alla sicurezza, il GS1 potenziato consente anche di ridimensionare il mercato della contraffazione che, a livello mondiale, produce un giro d’affari superiore a quello della droga: basti pensare che le merci taroccate portano nelle tasche dei truffatori 431 miliardi di dollari contro i 320 miliardi imputabili al commercio delle sostanze stupefacenti.
“I vantaggi della blockchain sono ormai evidenti, ma per sfruttarli al meglio è opportuno aumentare l’interoperabilità tra le varie blockchain così da creare un ecosistema che coinvolga inizialmente i vari distretti, successivamente interi settori, per poi coinvolgere ogni ambito produttivo così da realizzare una catena integrata a livello Paese” ha concluso Mauro Giorgi.