La nuova rivoluzione digitale non sta tanto negli smartphone che abbiamo in tasca, ma nella discontinuità e nei nuovi modelli che si stanno affermando nelle fabbriche, i veri laboratori del futuro.
Ci troviamo infatti agli albori di una nuova era: quella dell’Industry 4.0, o del Manufacturing 4.0, un’era dove a dominare nei processi lavorativi è, o prova ad essere, l’innovazione digitale. Una rivoluzione che potrebbe rappresentare la chiave di volta per battere deintivamente la crisi che si è abbattuta sul nostro sistema economico nel 2008, insieme alla collaborazione tra mondo delle imprese e mondo universitario come punto di partenza per una nuova epoca nella produzione.
Di queste tematiche si è parlato nel corso di un incontro organizzato da Dassault Systèmes e che ha visto la partecipazione anche del Politecnico di Milano, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, del CRIT (Centro Ricerche Innovazione Tecnologica) e le testimonianze di aziende importanti come Alstom e L’Oreal, che hanno spiegato come hanno affrontato la trasformazione dei loro processi e i risultati conseguiti nel loro mercato di riferimento.
Punto di partenza della nuova rivoluzione arriva dalle mutate esigenze del consumatore, che non compra più un semplice prodotto, ma vuole vedere soddisfatte le sue necessità. Motivo per cui le aziende si stanno attrezzando nel fornire veri e propri servizi, abilitati dalle nuove logiche digitali.
L’importanza del Digital Twin
In questo contesto la produzione deve essere necessariamente guidata dai principi di agilità e produttività: protagonista è il Digital Twin, ovvero la rappresentazione virtuale di un oggetto, che sta incidendo in maniera profonda nelle modalità del processo produttivo aiutando le macchine in una produzione sempre più ottimizzata e mirata e portando ad un abbattimento dei costi e del time to market. Grazie alla creazione di un mondo virtuale parallelo a quello reale che ne coglie tutte le complessità in maniera automatica, grazie all’utilizzo di sensori, visualizzare e testare complessi sistemi e sistemi di sistemi diventa più semplice, a vantaggio sia del produttore che del consumatore.
Un vero e proprio digital journey, che coinvolge sia le grandi che le piccole aziende, e che finalmente è stato legittimato anche dai governi, che sempre più stanno portando avanti iniziative per cominciare a digitalizzare il manufacturing.
Manufacturing 4.0
Ma che cos’è il Manufacturing 4.0? Lo spiega bene il professore del Politecnico di Milano Giambattista Gruosso, paragonandolo ad uno stormo di uccelli, dove ciascun elemento è intelligente ed autonomo ma allo stesso tempo condivide con gli altri membri del sistema la sua intelligenza, perché le migliori condizioni si generano con la somma dell’intelligenza di tutti, grazie ad una sensorizzazione molto spinta presente in queste macchine – uccelli.
La tecnologia diventa quindi sempre più smart, imponendo un cambiamento nel modello organizzativo delle fabbriche, che si devono adeguare con l’adozione di processi fluidi non più centralizzati, ma dove il flusso di informazioni è distribuito.
Un caso di successo
Un esempio ben riuscito di digitalizzazione del processo produttivo è quello di Alstom, azienda globale distribuita in tutto il mondo che produce materiale rotabile – da metropolitane a tram, fino all’alta velocità (Italo e Freccia Argento per esempio). Con l’introduzione della tecnologia Dassault Systèmes il sito produttivo di Savigliano è riuscito a ridurre del 50% il time to market, portando il tempo di produzione di un treno a soli 12 mesi.