a cura di Andrea Bacchetti
Il Laboratorio RISE (Research & Innovation for Smart Enterprise) dell’Università di Brescia ha da poco terminato la propria ricerca The Digital Manufacturing Revolution volta ad indagare se, e come, alcune nuove tecnologie digitali fossero note ed implementate dalle aziende manifatturiere italiane. La prima fase di questa ricerca, partita nel 2014 e terminata nella prima metà del 2015, ha previsto l’erogazione di una survey cui hanno risposto 70 aziende manifatturiere (volutamente, senza limiti di natura settoriale e dimensionale). Grazie alle risposte ottenute, è stato possibile tracciare lo stato dell’arte di 7 tecnologie disruptive, potenzialmente in grado di generare trasformazioni di grande portata in molti processi, portando le imprese ad operare secondo modalità più coerenti con il nuovo mercato globale.
Alcune delle domande a cui si è cercato di dare risposta sono le seguenti:
1. Quali conoscenze hanno le aziende di queste tecnologie?
2. Quante aziende si stanno muovendo, e come?
3. Quali ostacoli stanno incontrando?
Ecco (in anteprima) qualche anticipazione dei risultati definitivi, che verranno presentati il prossimo 4 giugno a Brescia.
Quali conoscenze hanno le aziende di queste tecnologie?
L’analisi evidenzia in modo abbastanza nitido come una quota parte rilevante delle aziende manifatturiere non abbia ad oggi una conoscenza (nemmeno di base) delle tecnologie indagate. Appare oltremodo chiaro che la Stampa 3D è l’unica tecnologia (oggi) riconosciuta come veramente rilevante, mentre le altre tecnologie (a meno, in parte, dell’Internet delle Cose) sono oggi considerate poco impattanti.
Quante aziende si stanno muovendo, e come?
Meno del 30% del campione utilizza (almeno) una delle tecnologie considerate, ed ancora una volta è la stampa 3D a posizionarsi in cima alla classifica del numero di applicazioni.
Quali ostacoli stanno incontrando?
Le aziende coinvolte nell’indagine segnalano come elemento maggiormente ostativo alla diffusione delle tecnologie, la difficoltà nel reperire competenze su questi temi. Un problema legato quindi (anche) ad un mancato adeguamento dei programmi formativi proposti dal nostro sistema scolastico, che ancora non ha compreso (sino in fondo) l’impatto che queste tecnologie giocheranno nel prossimo futuro nello sviluppo delle nostre imprese manifatturiere. Meno significativi i limiti legati all’onerosità dell’investimento (rivoluzione democratica?) e soprattutto alla maturità delle tecnologie: molte di queste hanno già applicazioni concrete in ambito produttivo e, considerando il tasso di crescita esponenziale (non lineare!), ci si può aspettare che anche quelle meno pronte, a breve lo saranno. Ed occorrerà farsi trovare pronti.
La descrizione completa dei risultati avverrà durante un workshop programmato in data 4 giugno, presso il CSMT di Brescia. La partecipazione è gratuita, previa registrazione.
Per informazioni: andrea.bacchetti@unibs.it & massimo.zanardini@unibs.it