Sono stati resi noti i risultati della diciassettesima edizione del report European Energy Markets Observatory (EEMO), promossa da Capgemini in partnership con il team Global Research di Natixis, I4CE – Institute for Climate Economics e CMS bureau Francis Lefebvre.
Secondo il Report, nel 2015, così come nel 2014, i mercati europei dell’elettricità e del gas sono rimasti molto instabili e che nonostante il rafforzamento dell’Europa dell’Energia annunciato a inizio 2015, le misure che saranno attuate per ripristinare condizioni di mercato coerenti e migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento non sono abbastanza veloci né concrete. In questo scenario cupo i fornitori di utility devono assolutamente agire per raccogliere i frutti della trasformazione digitale. Inoltre, alla vigilia di COP21, l’Osservatorio approva le iniziative di Stati Uniti, Cina ed Europa, ma richiama l’attenzione dei partecipanti alla conferenza sullo specifico scenario odierno generato dal basso del prezzo degli idrocarburi.
Dallo studio 2015 si evidenziano in particolare tre punti:
Transizione energetica e trasformazione digitale: due mutazioni che beneficiano l’una dell’altra in modo positivo – In Europa, oltre a dover migliorare la produttività, le aziende di utility sono chiamate ad affrontare una transizione energetica che determinerà un forte impatto sul loro modello di business. E’ necessario che attuino la trasformazione digitale velocemente affinchè possano adeguarsi ai nuovi mercati e aumentare la produttività.
È improbabile che la conferenza COP21 porti a misure sufficientemente forti e tempestive tali da limitare l’aumento della temperatura globale di 2 °C. Pertanto è fondamentale che, oltre agli sforzi di mitigazione per gestire le emissioni di gas effetto serra, vengano adottate e finanziate iniziative di adattamento che limitino gli effetti del riscaldamento globale sulla popolazione e le infrastrutture. Dato il basso prezzo degli idrocarburi, il ritorno sugli investimenti finalizzati a sostituire questi prodotti e quindi a limitare le emissioni di gas effetto serra non è sufficiente. Con la fine programmata delle tariffe di riacquisto, la diminuzione di questi prezzi avrà ripercussioni anche sulla velocità di sviluppo delle rinnovabili, dato che i loro prezzi di vendita saranno sempre più legati ai prezzi del mercato all’ingrosso.
I mercati energetici europei rimangono molto instabili – Diversi fattori influenzano i mercati europei dell’energia. I prezzi al mercato all’ingrosso dell’elettricità sono bassi (meno di 40 €/MWh nel primo semestre2015, incalo dal 2014), mentre i prezzi al dettaglio sono in aumento (+2,9% tra il secondo semestre 2014 e il secondo semestre 2013). Inoltre, in alcuni paesi europei sussistono rischi in merito alla sicurezza della fornitura di energia elettrica o gas dovuti ai rapporti tesi con la Russia. Infine, gli investimenti a lungo termine nella capacità di generazione programmabile sono scarsi, mentre dovrebbero raggiungere 1,1 trilioni di euro entro il 2025 per le infrastrutture elettriche e del gas, di cui 500 milioni destinati alla generazione.
“Nonostante un’analisi rilevante, gli annunci dell’Unione dell’Energia all’inizio del 2015 non lasciano intravedere misure sufficientemente rapide e tangibili per ripristinare un mercato coerente e migliorare la sicurezza degli approvvigionamenti”, spiega Colette Lewiner, esperta Capgemini di livello mondiale per l’energia e le utility. “Una ripresa coerente del mercato comporterebbe: l’accelerazione della riforma del mercato ETS dell’UE con l’attuazione, entro la fine del decennio, della Market Stability Reserve adottata dall’Unione Europea e l’introduzione di un organismo di regolamentazione centrale per questo mercato; l’implementazione obbligatoria di nuove regole e norme di efficienza energetica per gli edifici e per tutte le fonti rinnovabili intermittenti (in particolare solare ed eolica), la rapida sospensione delle tariffe di riacquisto e la loro sostituzione con prezzi di vendita agganciati al mercato”.