La realtà aumentata rappresenta un’ulteriore tecnologia sulla quale spendere qualche parola. La tecnologia è conosciuta ai più (anche solo superficialmente) grazie alla diffusione del termine stesso in seguito all’entrata in campo di aziende come Google e ReconJet, che hanno deciso di investire e puntare su questa tecnologia soprattutto per lo sviluppo di soluzioni in ambito consumer, con la commercializzazione dei famosi glasses. In ambito manifatturiero, la tecnologia è invece ancora estremamente poco diffusa, anche se stanno emergendo nuovi possibili campi di applicazione, con case history molto interessanti.
La tecnologia si fonda necessariamente su due differenti componenti: da un lato la strumentazione hardware, quasi sempre rappresentata da dispositivi indossabili (wearable), ovvero degli occhiali, e dall’altro le applicazioni software in grado di sovrapporre alla realtà percepita, una serie di informazioni addizionali.
La Realtà Aumentata, a differenza della sorella (ben più nota) realtà virtuale, permette di non isolare l’utente in un ambiente digitale realizzato ad hoc, bensì aggiunge (o sottrae) informazioni a quanto percepito dall’utente, così da poterlo guidare e supportare in attività specifiche. Gli elementi distintivi della tecnologia oltre agli occhiali guida sono un microprocessore, una memoria interna, una fotocamera e un localizzatore GPS, grazie a cui posizionare l’utente nello spazio e, in funzione di quello che sta osservando, selezionare cosa mostrare per modificare quanto percepito.
Così come per la Stampa 3D, anche la Realtà Aumentata come la conosciamo oggi deriva da un processo di maturazione che ha avuto inizio circa 40 anni fa, e solo ad oggi risulta essere sufficientemente performante ed efficiente da poter essere impiegata anche in applicazioni manifatturiere. Quali? Si possono identificare (soprattutto) tre aree aziendali potenzialmente interessate dall’introduzione di sistemi di realtà aumentata. Eccone i casi applicativi più significativi:
- Service / Manutenzione: si pensi alla possibilità di dotare gli operatori del post-vendita di strumentazioni di realtà aumentata (occhiali guida), in grado di indirizzarli nelle operazioni di manutenzione (sia che si tratti di un grande impianto produttivo, sia di automobili). L’operatore, trovandosi nei pressi del prodotto/componente difettoso, potrà visualizzare la struttura del prodotto, individuando l’origine del difetto, e venendo guidato sia da una procedura di istruzioni visive sovrapposte a ciò che realmente vede, sia da comandi vocali, nella sostituzione o riparazione del prodotto. Sebbene questo possa sembrare ancora fantascienza, diverse aziende stanno già sperimentando queste applicazioni. BMW e Mitsubishi Electric hanno dotato gli operatori di occhiali a Realtà Aumentata. Anche Boeing, per la manutenzione programmata dei propri mezzi e delle proprie turbine, ha lanciato un fase di test per l’utilizzo della realtà aumentata. In un progetto pilota sviluppato con la NASA, Boeing ha realizzato sistemi di realtà aumentata con il preciso obiettivo di abilitare gli astronauti a riparazioni guidate di componenti delle navicelle, anche quando per qualsiasi ragione le comunicazioni con il centro operativo della missione sulla Terra non siano attive. Gli astronauti possono focalizzarsi sulle basi della manutenzione, venendo guidati dai sistemi di RA per gli elementi di dettaglio.
- Prelievo e picking: le applicazioni in questa area aziendale stanno crescendo sensibilmente. Si pensi alla possibilità di guidare gli operatori di magazzino tramite sistemi di realtà aumentata, indirizzandoli verso le scaffalature dove si trovano i prodotti presenti sulla lista di picking. Un sistema vocale indica quale prodotto deve essere prelevato, ed un insieme di elementi visivi come frecce ed indicatori, guida l’operatore sino alla posizione dove si trovano i prodotti.
I vantaggi derivanti da queste applicazioni si riferiscono alla possibilità di svincolare i tecnici e gli operatori aziendali da tutta la documentazione cartacea necessaria (manuali d’uso, schemi di progettazione, disegni tecnici), permettendo anche ad operatori non propriamente formati, di essere supportati nella manutenzione di prodotti complessi (comprimendo anche le attività di formazione del personale). Sarà possibile eliminare tutte quelle operazioni di formazione, molto spesso time consuming, ma spesso a non valore aggiunto, focalizzandosi invece solo sulle attività veramente rilevanti e differenzianti.
Anche in Italia sempre un maggior numero di operatori ICT (anche di piccole dimensioni) si stanno avvicinando a questa tecnologia, sviluppando applicazioni di realtà aumentata per uso industriale: possiamo citare per esempio Inglobe Technologies, con la propria piattaforma AR-Media.
CENTRO DI RICERCA SCSM – Supply Chain & Service Management
Il Gruppo di Ricerca in Supply Chain & Service Management (www.scsm.it) dell’Università di Brescia sviluppa attività di ricerca e trasferimento nell’ambito della configurazione e della pianificazione dei sistemi fisici ed organizzativi dedicati alla produzione, distribuzione e vendita di beni e di servizi, tramite networking, trasferimento e ricerca.
Andrea Bacchetti è ricercatore post-doc dal 2010 – andrea.bacchetti@unibs.it
Massimo Zanardini è dottorando al secondo anno – massimo.zanardini@unibs.it