Un tempo nei libri di geografia delle medie e delle superiori (e forse anche delle elementari) la trattazione sulla natura dell’economia dell’Italia iniziava sempre con una versione della frase: l’Italia ha poche materie prime, per cui le importa ed esporta prodotti, è una Nazione trasformatrice, dove la logistica assume un’importanza determinante. Sono passati 50 anni e la situazione è sempre quella. Allora però l’ambiente che ci circondava era più “tranquillo”: i ruoli e le alleanze ben definite, nessun potenziale avversario avrebbe mai pensato di potersi infiltrare negli snodi cruciali del nostro sistema economico.
Ora questa parte dell’equazione è cambiata profondamente. L’atteggiamento italiano no. Anzi, spesso si accusano gli Stati europei, con la parziale eccezione di Gran Bretagna e Francia, di economicismo, ossia dell’illusione che tutto possa ridursi a economia e che tutto si possa comprare. Dalla fine della guerra fredda, l’Italia rappresenta un caso ancora più particolare, che si potrebbe definire economicismo solipsistico. I sintomi sono evidenti: si pensa che il mondo finisca ai propri confini e che le merci che arrivano e che partono lo facciano per volere superiore, al massimo tramite degli “operai” specializzati che se ne occupano ma che è indifferente chi siano e a chi rispondano. Dimenticando, invece, l’importanza della logistica.
Un fatto emblematico è la preponderanza assoluta delle modalità di spedizione franco fabbrica delle imprese italiane rispetto al franco destino. Il risultato di tutto questo è che una percentuale altissima del commercio internazionale italiano è gestito da imprese a controllo estero, per cui l’Italia è certo un buon mercato ma le cui modalità di servizio sono nella loro esclusiva disponibilità decisionale. Con conseguenze non sempre (quasi mai, in effetti) favorevoli alla Nazione e alla sua economia.
Occorre cambiare la logistica
La prima cosa che serve per correggere la situazione logistica (sempre che si voglia e qui la politica entra in prima fila) è essere consapevoli della situazione, e poi immaginare delle soluzioni. L’apertura della seconda giornata di Shipping, Forwarding & Logistics meet Industry, il 9 marzo, prende il toro per le corna e offre consapevolezza, dati aggiornati e rimedi (possibili) grazie a un parterre composto da:
Marco Migliorelli, Vice Presidente Confetra; Federico Petroni, Analista Geopolitico Limes; Marcello Minenna, Direttore Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; Enrico Pastori, Direttore TRT; Sergio Bologna, Presidente AIOM; Zeno D’Agostino, Presidente AdSP Adriatico Nord-Orientale; Sergio Prete, Presidente AdSP Mar Jonio; Pietro Costa, Promos Italia; Silvio Ferrando, Marketing and International Business Manager, AdSP del Mar Ligure Occidentale; Luca Becce, Presidente Assiterminal; Marco Spinedi, Presidente Interporto Bologna; Andrea La Mattina, Of Counsel, membro del Focus Team Shipping and Transport, BonelliErede; Gianni Pietro Girotto, Presidente 10a Commissione Industria Commercio Turismo, Senato della Repubblica. Conduce Claudio Paudice, Redattore dell’Huffington Post.
Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry è dal 2017 l’appuntamento annuale dedicato all’incontro tra il mondo della logistica, delle spedizioni, dei trasporti, il mondo dell’economia produttiva italiana e la realtà politico-amministrativa. L’evento, promosso da un comitato composto da Confetra, ALSEA e The International Propellers Club, è in programma l’8, 9 e 10 marzo in live streaming.
La manifestazione è gratuita, per registrarsi clicca qui