Da sempre nota per la sua attenzione verso l’innovazione, la tecnologia di PTC sta raccogliendo sempre più consensi nel periodo di crisi ed emergenza sanitaria in atto dopo il diffondersi a macchia d’olio di Covid-19.
Per venire incontro ai clienti, PTC propone un modello di sottoscrizione a subscrition che evita un massiccio investimento iniziale ma che permette di spendere solo in proporzione alle reali necessità per scalare poi in futuro in previsione di una maggiore produttività. Ma la proposta di PTC per fronteggiare questo particolare momento storico non si esaurisce qui perché la società ha lanciato un programma che abilita l’utilizzo a titolo gratuito di parte della sua offerta e sta potenziando la proposta delle sue tecnologie di realtà aumentata (AR), che mai come ora sono utili per abilitare la comunicazione a distanza, mantenendo inalterata la produttività.
Abbiamo parlato nel dettaglio di tutto questo con Paolo Delnevo, Vice President PTC Southern Europe.
Partiamo dalla realtà aumentata (AR). Già da qualche anno è prepotentemente entrata in scena e ora emerge ancora di più la sua importanza…
“A partire dagli ultimi quattro anni le aziende hanno iniziato a parlare di digitalizzazione ma nei progetti di digital transformation avviati un aspetto spesso trascurato è stato quello della digitalizzazione dell’aspetto umano. Ci si è focalizzati sui prodotti, sui processi mentre solo un paio di anni fa si è cominciato a parlare delle interfacce uomo-macchina e quindi di come andare ad interfacciare l’uomo con queste nuove tecnologie innovative.
La realtà aumentata (AR) e la realtà virtuale (VR) sono proprio l’elemento di congiunzione che mancava per inserire l’uomo al centro della digitalizzazione”.
Come si è mossa PTC?
“PTC ha acquistato tre anni fa la tecnologia Vuforia e da lì è cominciata la sua strategia AR. E’ ovvio che in questo momento storico particolare la realtà aumentata è protagonista in tutti i settori per la possibilità che introduce di abilitare da remoto diverse operazioni: dal design di un prodotto, passando attraverso tutto il ciclo di vita dello stesso fino ad arrivare al service.
L’AR non solo dà la possibilità di abilitare remotamente un operatore a lavorare su un manufatto o di intervenire su un impianto ma consente di agire anche dal punto di vista della progettazione, la design review, dando la possibilità ai progettisti di continuare a lavorare da casa attraverso tool di progettazione sul cloud, garantendo contemporaneamente anche la possibilità di interagire con delle design review virtuali che permettono all’operatore di prendere le decisioni su un prodotto che ancora non esiste ma che può essere visualizzato in scala ed in un ambiente del tutto neutro.
In senso lato l’AR abilita la comunicazione da remoto, abilita gli operatori che devono fare manutenzioni e installazioni negli impianti e di conseguenza diventa un elemento fondamentale in questo periodo storico”.
Ha accennato prima a Vuforia. Che cos’è e a che cosa serve?
“La suite AR di PTC parte dall’acquisizione tre anni fa di un’azienda specializzata proprio in realtà aumentata, Vuforia. Al cuore dell’offerta tecnologica AR di PTC c’è Vuforia Engine, il motore della suite, che consente di creare app di realtà aumentata molto sofisticate per molti ambiti di applicazione, dall’enterteinment all’ingegneria.
Da qui abbiamo derivato le altre soluzioni.
Vuforia Studio, Vuforia Chalk e Vuforia Expert Capture”.
Spieghiamo cosa sono…
“Vuforia Studio è uno strumento semplice che partendo da un modello tridimensionale consente di creare un insieme di esperienze AR scalabili in grado di trasformare i processi di produzione, assistenza e formazione senza bisogno di una programmazione estesa o progettisti personalizzati costosi.
Vuforia Chalk è molto semplice e immediato dal punto di vista dell’implementazione e dell’adoption ed è uno strumento che permette di istruire e guidare un operatore che si trova in un altro luogo nello svolgimento di attività specifiche. Questa soluzione sfrutta sia funzionalità di videochiamata sia quelle di realtà aumentata, sovraimponendo alla realtà fisica le informazioni virtuali attraverso l’utilizzo di iPad, tablet e smartphone guidando una persona nello svolgimento di una sequenza di operazioni.
Vuforia Chalk è stato reso disponibile gratuitamente fino a giugno, come ausilio in questo periodo di emergenza sanitaria, e i dati che abbiamo a disposizione ci parlano di 16mila persone che hanno chiesto di poterlo scaricare e 4mila aziende che lo hanno scaricato e hanno effettivamente iniziato ad utilizzarlo”.
E invece Expert Capture?
“Expert Capture è stato concepito per il trasferimento di conoscenza.
Le imprese stanno vivendo due sfide infatti in questo momento. La prima consiste nella difficoltà di trovare persone digitalmente preparate e la seconda nella prossima uscita dal lavoro di una generazione di ‘colletti blu’ (quelli nati dopo la seconda guerra mondiale) che detengono la conoscenza di tutta una serie di skills operativi che difficilmente possono essere tradotti in operazioni o documenti su carta.
PTC Expert Capture è studiato per il trasferimento di competenze e conoscenze. Questo prodotto consente di registrare una serie di informazioni e di sequenze di operazioni andando a sovraimporre all’oggetto fisico su cui l’operatore sta lavorando delle informazioni che nascono dallo sviluppo digitale del prodotto, potendo aggiungere anche informazioni relative alla sicurezza.
Con una serie di marker del layout dello stabilimento attraverso l’uso di un caschetto virtuale come Microsoft Hololens, chi ha una certa competenza può registrare tutta una serie di attività trasferendo il proprio knowledgment all’altro”.
Si tratta di una soluzione utilissima in questo periodo dove vige il distanziamento sociale…
“Sì perché Vuforia Expert Capture consente di trasferire ancora più agevolmente la conoscenza in generale. E in questo periodo è uno strumento utilissimo per tutte quelle realtà che hanno deciso di riconvertire la loro produzione a supporto dell’emergenza coronavirus.
In Gran Bretagna, a questo proposito, PTC è stata chiamata ad aderire al Consorzio UK Catapult, insieme a una cordata di aziende che comprende anche Microsoft, GKN e tante altre aziende per andare a sopperire alla mancanza di respiratori. PTC in particolare ha concesso l’uso gratuito del software per permettere alle aziende specializzate nella produzione di respiratori di trasferire le proprie competenze a tutte quelle aziende che hanno deciso di riconvertire la propria produzione in questo particolare periodo di emergenza sanitaria.”
Al di là di questo momento storico la proposta di realtà aumentata di PTC in che industries ha trovato un maggiore riscontro?
“L’offerta AR di PTC ha trovato un riscontro importante nelle aziende che producono o che devono manutenere impianti anche molto complessi, in un’ottica di riduzione dei costi.
Facciamo l’esempio di una società italiana che produce grandi impianti nel settore metallurgico. La richiesta del CEO era quella di differenziare il servizio di manutenzione e intervento sugli impianti che, dislocati in tutto il mondo, richiedevano spesso la presenza di operatori specializzati direttamente dall’Italia. I costi generati di questo tipo di servizio sono molto alti e per questo motivo il cliente finale, per risparmiare, si rivolgeva a persone in loco poco skillate, causando talvolta gravi malfunzionamenti. La colpa poi ricadeva automaticamente sulla società gestrice dell’impianto.
Da qui l’idea di differenziare il servizio in diverse fasce di difficoltà di intervento e tipologie di costo.
La difficoltà massima di intervento prevede la partenza di un operatore dall’Italia ad un costo più elevato. La fascia intermedia prevede l’utilizzo di un operatore presente nella filiale di quel paese di riferimento e un livello ancora più basso è quello dove viene direttamente abilitato ad operare l’operatore del cliente.
E’ ovvio che non è pensabile fare formazione a 360 gradi per rendere indipendente il dipendente del cliente finale ma bisogna sempre intervenire sul singolo caso ad hoc.
La soluzione ancora una volta è l’augmented reality. Io creo una serie di contenuti pronti per essere utilizzati su tutte le mie macchine a seconda della tipologia di prodotto o addirittura della macchina del cliente che la sta utilizzando e una virtual room nella mia sede in-real time riesce con delle tecnologie abilitate ad istruire un operatore a fare, senza trascurare anche l’aspetto della customer intimacy e della customer loyalty”.
Come garantite la sicurezza dei dati che viaggiano sulle vostre tecnologie di AR?
“Vuforia Expert Capture è una piattaforma SaaS e i dati sono quindi sul cloud. È questa la maggior garanzia che si può dare, anche se permettiamo al cliente, qualora lo volesse, di gestire tutto on-premise o in modalità mista.
La nostra è poi una piattaforma aperta che si innesta e si interfaccia con tutte le più moderne ed efficaci soluzioni di sicurezza disponibili sul mercato”.
Parlando più in generale della vostra strategia AR abbiamo visto che esiste già da qualche anno e che ora si sta adattando alle circostanze imposte dall’emergenza sanitaria. In futuro invece dove prevedete di arrivare?
“Tendenzialmente tutta la strategia AR ricade all’interno della necessità di rispondere alle due forti pressioni che i nostri clienti si trovano a dover affrontare: il rischio di perdere competenze per il pensionamento delle persone e cercare di mettere a disposizione delle tecnologie che possano sviluppare dei talenti digitali in modo più rapido.
La piattaforma Vuforia è costantemente arricchita di nuove soluzioni, tanto è vero che Vuforia Chalk risale solo a un anno e mezzo fa.
Devo poi ricordare che PTC ha il suo quartier generale a Boston, dove collaboriamo a stretto braccio con il MIT.
Ad esempio lanceremo a breve sul mercato Vuforia Spatial Toolbox una soluzione in ambito Spatila Computing che permette, attraverso la realtà aumentata, di sviluppare interfacce e che quindi cambia il paradigma dell’HMI (Human Machine Interface). La soluzione consentirà di cambiare la logica di funzionamento di una macchina attraverso un’interfaccia completamente virtuale e quindi senza la presenza di un’interfaccia fisica di controllo della macchina stessa”.
Sempre in relazione a questo momento difficile un’altra iniziativa interessante è la messa a disposizione di Onshape per sostenere la formazione a distanza in ambito STEM…
“Quella di Onshape è l’ultima acquisizione in ordine di tempo portata avanti da PTC per anticipare una distruption nel mondo del CAD, cioè il passaggio verso un modello SaaS e quindi a subscritpion. Onshape dà la possibilità di utilizzare un software cloud su un browser senza dover scaricare o installare alcunché sul proprio hardware. Ciò significa poter utilizzare il software con qualsiasi browser, da qualsiasi device, in qualsiasi momento.
In questo momento dove la formazione a distanza prevale, PTC ha deciso di mettere a disposizione di studenti e insegnanti la piattaforma SaaS di Onshape ad uso gratuito”.
Non si può non fare un commento alla versione 7 di Creo, presentata ufficialmente negli Stati Uniti il 28 aprile. Che cosa ci può dire?
“La nuova versione di Creo, la 7, introduce una serie di benefici e innovazioni all’avanguardia.
Il primo filone su cui PTC ha lavorato è quello che coinvolge l’intelligenza artificiale con l’acquisizione un anno fa di Frustum. Abbiamo integrato all’interno della piattaforma CAD una serie di algoritmi che consentono di fare generative design.
Il secondo filone è quello della simulazione in real time: grazie alla partnership con Ansys abbiamo rilasciato la seconda parte del progetto di real time simulation aggiungendo a Creo Similation Live tutta la parte di fluidodinamica.
Il terzo filone riguarda l’aggiunta di nuove funzionalità per quanto riguarda la collaborazione con l’augmented reality: nella piattaforma Creo si generano contenuti in automatico che possono alimentare in maniera automatica tutta la parte del service.
Per finire, la parte relativa all’additive manufacturing dove abbiamo implementato nuove funzionalità ed algoritmi per ottimizzare la produzione su stampa additiva. Con la funzionalità Multi Body è possibile all’interno della stessa parte differenziare la progettazione su parti che verranno stampate insieme ma in maniera distinta su materiali diversi”.
Ricordiamo infine l’impegno di PTC a sostegno delle imprese italiane…
“A livello di competence center PTC è tra i fondatori del MADE di Milano e del Bi-Rex di Bologna dove stiamo lavorando per essere sempre più vicini alle aziende nel supportarle con offering strutturate su diversi livelli.
Il primo livello gratuito e formativo in questo periodo è stato rafforzato ancora di più per poter essere vicini ai nostri clienti per consentire loro di sfruttare appieno le tecnologie pronte sul mercato, ma che magari in questo momento sono difficili da implementare per problemi di disponibilità economica.
PTC mette a disposizione di tutti i suoi clienti un modello di licensing che è il modello della subscription che consente ai clienti di crescere in modo graduale in base alla creazione del valore. Quindi non è necessario effettuare un forte investimento iniziale: si cresce e man mano si adeguano le esigenze”.