Si sono svolti il 28 aprile 2020 , dopo il successo della prima giornata, gli interessanti quanto complessi Dialoghi tra Diritto e Modelli di Governance. Molto sentita l’esigenza di una semplificazione normativa a fronte di una legislazione di emergenza. Francesca Cangelli, docente Diritto Amministrativo Università di Foggia, ha specificato come “a differenza della liberalizzazione una semplificazione normativa non si sottrae a un regime amministrativo. Non deve essere figlia dell’emergenza poiché gli interventi non sarebbero sistemici ma ridotti senza tener conto della reciprocità dei benefici. Nulla può funzionare se a vantaggio solo di una categoria”.
Semplificazione conservativa
Piace alla Presidente della CFA avv.a Cinzia Pasquale il concetto di semplificazione compensativa parallelamente alla fiscalità compensativa per far riprendere la produzione e la crescita. Interessante il problema della digitalizzazione dei dati tramite la tecnologia per la semplificazione, che implica anche una certa autoresponsabilità. Silvia Paparella REMTECH, ha prontamente chiesto :- lo strumento ZES è luogo di crescita e rilancio dell’Economia, e ben si presta ad un modello di sviluppo efficiente e di autoresponsabilità. Potrebbe essere incentivato in Italia?
Le ZES sono un’occasione
A rispondere è Ugo Patroni Griffi, Presidente Autorità Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale ha fornito apporto cruciale sulla tematica. “Le ZES sono occasione per sperimentare un modello in cui i vizi che rallentano l’Economia possano essere allentati. Dobbiamo cercare di essere un po’ meno italiani dando vantaggi come incentivi, sgravi fiscali, credito di imposta con estensione temporale. Gli imprenditori cercano semplicità, sicurezza, certezza dei tempi, chiarezza e un sistema normativo che consenta autorizzazioni e licenza in un unico procedimento, con silenzio assenso. Oggi è meno grave fare una cosa sbagliata, più grave non fare nulla bloccando il Paese. Esaurito l’affidamento e controllato l’adempimento del privato circa gli obblighi questi può perseguire il proprio interesse che può coincidere con l’interesse pubblico. L’energia elettrica è troppo cara ma se prodotta in loco da chi gestisce la banchina potrebbe essere un vantaggio sia per l’amministrazione che per il mercato che ne ha avuto opportunità a prezzo equivalente. L’esternalità deve ridursi a vantaggio dell’opportunità. Le ZES nascono per i porti ed è assurdo ne siano escluse le imprese energetiche. Necessaria è l’estensione degli aiuti di Stato a sfere che lo richiederebbero”.
Se la crisi diventa “normale”
Per Roberto Mezzalana, Responsabile sostenibilità Golder Associates le crisi diventano le nuove normalità che vanno gestite con competenze diverse, dal valore centrale. “Bisogna integrare la visione dell’emergenza nella gestione ordinaria e organizzare l’ordinario come se l’emergenza fosse alle porte. Sfruttando le realtà locali si fa sì che catene troppo lunghe non siano anche troppo rischiose”
Andare veloci, ma in quale direzione?
Nella seconda parte dei Dialoghi, quella tecnica coordinata da Massimiliano Cassinelli di BitMAT, un primo esempio di virtuosa gestione locale è stato fornito da Roberto Spera, con il suo “Progetto Potenza”. “Sono state intercettati 3 milioni di bottigliette di plastica con erogazione di coupon di spesa. Così la bottiglietta diventa strumento e benzina ecologica per far partire l’economia, con una bicicletta elettrica che al dodicesimo noleggio diventa del cittadino. Si sta lavorando su una decurtazione della tassa rifiuti per chi saprà ridurli”. Rocco Veltro (VR Service) ha fatto presente come sia prima necessario un servizio di pulizia sui luoghi per poi procedere ad una sanificazione con detergenti di presidio medico chirurgico e macchinario con vapore a 180 °C.
Serve una visione olistica
Per Gianluca Loffredo “bisogna avere una visione olistica, un piano di politica di gestione passa per la digitalizzazione di tutto il cartaceo a disposizione. Il processo di strutturazione digitale deve andare di pari passo con il processo di strutturazione logistico. Il sistema deve essere “win to win”: bisogna vincere insieme in una partita che si giochi insieme con rischi assunti da entrambi i partners”. Per Cassinelli e Francesco Ventura “i privati corrono veloce e il pubblico rallenta cercando di proteggere se stesso e le proprie strutture, con problemi di comunicazione e le reti messe a dura prova. Difficoltà anche per la certificazione delle mascherine sia dall’estero che dall’Italia. Il Covid va classificato come malattia non come infortunio sul lavoro, con responsabilità penali per committenza ed appaltatore. Angelo Merlin chiarisce infine come in tal senso “la legislazione debba essere leggera, esatta e rapida. La quantità si riverbera sulla qualità: una scarsa comprensione è freno per una governance ambientale. Se inoltre è meno economico rispettare le norme ogni sistema di protezione rischia di fallire. Fondamentale è che il nostro Paese adotti un sistema di garanzie finanziarie per la responsabilità ambientale con possibilità per le imprese di acquistare polizze e adottare incentivi fiscali. I soggetti in caso di fallimento dell’azienda devono poter intervenire per salvare se stessi e il territorio. Bisogna porre questi problemi all’attenzione anche dei rami bassi della politica per creare norme concrete ed adeguate. In tal senso va dato un forte ringraziamento a CFA, Remtech,BITmat per aver fornito tale opportunità”.
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a cura di Maria Chiara Di Carlo