La presentazione di 34.BI-MU, biennale internazionale della macchina utensile, robot, automazione, digital e additive manufacturing, che si svolgerà presso fieramilano Rho dal 9 al 12 ottobre 2024, ed organizzata da EFIM-ENTE FIERE ITALIANE MACCHINE, con la promozione da parte di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE, l’associazione che rappresenta i costruttori italiani di macchine utensili, robot, automazione e tecnologie ausiliarie, è stata l’occasione per fare il punto sulle previsioni dell’industria italiana costruttrice di macchine utensili, robot e automazione per il 2024, con già qualche proiezione sul 2025 e il 2026. I dati sono stati elaborati da Oxford Economics.
Le indicazioni del mercato degli ultimi mesi, hanno spinto, infatti, il Centro Studi di UCIMU a rivedere (al ribasso) le stime per l’anno in corso rispetto a quelle elaborate nella prima parte dell’anno. Dopo un 2023 mediamente positivo per l’industria italiana di settore, il 2024, fin dal suo esordio, ha mostrato un ritmo differente rispetto al trend degli ultimi anni.
PREVISIONI 2024 UCIMU INDUSTRIA ITALIANA MACCHINE UTENSILI ROBOT E AUTOMAZIONE
Secondo le previsioni, nel 2024, la produzione calerà, del 6,2%, a 7,1 miliardi di euro. L’export manterrà un buon passo crescendo ancora e attestandosi a 4,4 miliardi, il 4,4% in più rispetto al 2023. Questo incremento non sarà però sufficiente a mantenere in area positiva il dato di produzione, come invece è accaduto nel 2023 quando consumo e consegne sul mercato interno già segnavano il passo.
Sul risultato complessivo della produzione italiana di settore pesa la grande debolezza del consumo italiano che, secondo le stime appena rielaborate, dovrebbe ridursi, del 25,9%, a 4,3 miliardi, impattando sulle consegne dei costruttori italiani, che si fermeranno a 2,7 miliardi (-19,5%), e sulle importazioni (-34,8%).
PREVISIONI 2024-2026 OXFORD ECONOMICS PER L’INDUSTRIA MONDIALE SOLE MACCHINE UTENSILI
D’altra parte, come emerge da una prima anticipazione dei dati elaborati da Oxford Economics per l’autunno, il 2024 si conferma anno complicato per l’industria mondiale di settore ma la ripresa è prevista già nel 2025.
Il 2024 si chiuderà con un calo della domanda mondiale di macchine utensili, del 6,4%, a 68,1 miliardi di euro. Ma già nel 2025 è prevista un’inversione di tendenza che dovrebbe concretizzarsi in un incremento dell’8% del consumo fino a raggiungere i 73,6 miliardi. Il trend dovrebbe proseguire anche nel 2026 quando l’incremento dovrebbe essere del 6,7%.
Rispetto al contesto mondiale, nel 2024, la domanda asiatica di sistemi di produzione si stima raggiunga i 37,2 miliardi, l’1,7% in più rispetto al dato dell’anno precedente. Per le Americhe ci si attende, invece, un calo del consumo, del 14%, che ne ridurrà il valore a 13,4 miliardi. Anche l’Europa segnerà arretramento: la riduzione del consumo dovrebbe essere del 14,8% fermandone il valore a 17,5 miliardi.
Nel 2025, i paesi asiatici incrementeranno ulteriormente gli investimenti in nuove tecnologie di produzione. Il consumo crescerà a 39,7 miliardi di euro, il 6,5% in più del 2024. Ma con il nuovo anno anche il consumo europeo e americano dovrebbero invertire la rotta, tornando in segno positivo. Per le Americhe è atteso un incremento della domanda del 17,1% a 15,7 miliardi di euro. Per l’Europa si prevede un incremento, del 4,2%, a 18,3 miliardi di euro.
Nel 2026, la domanda asiatica dovrebbe mantenere lo stesso ritmo di crescita del 2025 (+6,5%). Quella americana crescerà ancora ma ad un ritmo più blando (+8,5%) mentre l’Europa dovrebbe accelerare l’intensità degli investimenti in nuove tecnologie di produzione rispetto agli anni precedenti (+5,7%).
In questo contesto di recupero, l’Italia mostrerà una forte capacità di ripresa. Dopo il calo del 2024, già nel 2025, assisteremo ad un rimbalzo importante della domanda di investimenti in nuove tecnologie di produzione da parte degli utilizzatori italiani, pari al 17,5%. ll trend positivo dovrebbe continuare anche nel 2026 sebbene con ritmo più contenuto (+ 4,2%).
Riccardo Rosa, presidente di UCIMU ha affermato: “Oggi le aziende italiane che intendono fare investimenti in nuove tecnologie di produzione hanno a disposizione due provvedimenti alternativi Transizione 4.0 e Transizione 5.0 decisamente interessanti e le risorse sono importanti. Il 5.0 arriva dopo una lunga ed “estenuante” attesa e sappiamo che l’effetto non potrà essere così diffuso come quello del 4.0 perché prevede regole e iter completamente differenti, i tempi di utilizzo sono stretti (scadenza 31/12/2025) e l’obiettivo del provvedimento è, in effetti, quello di premiare le aziende che sono pronte a lavorare sul risparmio energetico”.
“Detto ciò – ha aggiunto Riccardo Rosa – ora sappiamo quali sono gli strumenti a disposizione delle aziende. Nell’attesa di vedere gli effetti di questo binomio – ha concluso il presidente di UCIMU – alle autorità di governo chiediamo di pensare già, per il 2026, ad un programma di misure che possa nuovamente accompagnare lo sviluppo di innovazione della nostra industria manifatturiera con l’obiettivo di rafforzarne la competitività. L’esperienza ci dice che devono essere provvedimenti semplici, di facile comprensione e utilizzo, esattamente come è stato il 4.0 al suo esordio. Come rappresentante del mondo dell’industria, UCIMU è disponibile, come accadde per il 4.0, a partecipare ai tavoli di lavoro indetti dalle autorità di governo così da poter contribuire alla stesura delle norme portando il punto di vista delle imprese”.
Alfredo Mariotti, direttore generale di UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE (nella foto sopra), ha affermato: “Ora gli strumenti a disposizione delle aziende sono chiari, BI-MU ha quindi il timing perfetto per intercettare la domanda congelata per mesi e crediamo che, come già accaduto in passato, potrà fare da booster per il riavvio degli investimenti in beni strumentali. A conferma della fiducia che gli operatori del settore ripongono in BI-MU sono i numeri di questa manifestazione che, nonostante il contesto particolarmente complicato, ha saputo difendere la sua posizione di evento di riferimento per l’industria della macchina utensile, robotica, automazione, digital e additive manufacturing, vedendo crescere il numero dei suoi espositori (diretti e indiretti); tale aumento non si riverbera però nell’incremento di spazio espositivo”.