Ricerca ed Innovazione, Digitalizzazione e Formazione. Nuove priorità in un prossimo futuro. Ben altre le forme di controllo e di frontiera, tra cui la blockchain.
Si manifesta l’esigenza di nuove modalità di formazione, innovative nel metodo e nell’utilizzo della tecnologia. Dando rilievo sia a figure professionali che a ricerca ed innovazione.
Lo ha descritto Maria Cristina Piovesana, vicepresidente Confindustria, nel “Restart in Green” di fine giugno.
La speranza si chiama Industria
Se c’è una speranza per il nostro Paese si chiama “Industria”. Ogni modello di transizione va verso uno sviluppo sostenibile ed integrato. Tra tassazione elevata e infrastrutture non adeguate urge una semplificazione amministrativa.
Concorde Gaetano Manfredi, Ministro dell’Università e della Ricerca.
Bassa produttività industriale, scarsi investimenti in termini di ricerca ed innovazione, PA inefficiente e scollegata dalle risorse del Paese. Sì rimuovono tali ostacoli rafforzando l’innovazione del sistema italiano “Industria 4.0” con intelligenza artificiale e blockchain. Uno strumento che va potenziato è proprio quello della PA affinché non vi siano ricadute sulla qualità dei servizi per i cittadini.
Un controllo quale accompagnamento non scevro da normative ed economie di mercato. Così il direttore generale Bratti: Questa fase di controllo tipica della PA è stata ampiamente superata. Occorrono forme di confronto sistematico, regolamenti e meccanismi di semplificazione. Questo tentativo di superare il controllo è presente e riguarda il sistema ambientale di verifica dei controlli.
Proprio un’imprenditrice di Confindustria ha provato ad individuare cosa servirebbe in termini di progettazione:
La PA è indietro ma su di essa si è investito poco. Con la digitalizzazione all’8% è difficile essere efficienti. Serve un piano serio nel tempo. C’è distanza tra i modelli e ciò che accade nelle imprese.
Il valore dei dati
Piace sottolineare l’importanza dei dati, per poter attuare le strategie più opportune, al Ministro Manfredi.
Il tema della digitalizzazione prevede un uso di dati raffinato per gli specialisti ma chiunque lavori, in qualsiasi settore, deve avere queste competenze. Una digitalizzazione dei percorsi universitari può consentire competenze trasversali in tutti i percorsi verticali.
Determinante una formazione professionalizzante per la PA. In tal senso il direttore Bratti:
Oltre gli schemi della formazione universitaria sono gli insegnamenti che riguardano transizione ecologica e digitalizzazione. Decisiva è una Scuola di Alta Formazione per la PA. Occorre progettualità per una formazione dei tecnici efficace sul territorio.
A perfezionamento di tali considerazioni Maria Cristina Piovesana:
I vari operatori sono di fatto chiamati tutti i giorni a delle risposte, con un atteggiamento meno di controllo e più a vantaggio delle imprese. Diverse problematiche andrebbero risolte con finanziamenti volti ad una modernizzazione, avvenuta con successo soprattutto nei paesi nord-europei, senza burocrazia ma con una macchina efficace.
Investire in formazione
Best practices da parte della PA. L’Assessore all’Ambiente Gianni Rosa ha descritto come in Basilicata si sia investito sulla formazione: È stato messo in atto un progetto relativo alla digitalizzazione dei processi amministrativi. Per una macchina amministrativa più moderna. Sì ad un’Amministrazione efficace ed efficiente e non ad un contraddittorio tutte le volte che un tecnico svolga una verifica su di un’azienda.
Per il Corbetta – DG Consorzio Ecopneus si può operare a vantaggio del cittadino comune e di un’impresa.
Dal 2011 chi compra pneumatici paga un contributo. Soldi separati, che arrivano per attività definite, e che vengono distaccati con grande trasparenza ed un corretto trattamento dello pneumatico. Ciò per un ritorno a vantaggio del cittadino comune.
Ben altro controllo quello raccontato da Fabrizio Speranza – Direttore Programmazione e Controllo Progetti di Sogin.
Ispra ed Aiea sono nostri enti di controllo. Il rifiuto è gestito nei nostri impianti finché non vi sarà il deposito unico nazionale di tutti i rifiuti nei siti. Vi andrà quando verrà controllato e gestito.
Malgrado vi sia controllo, si sta lavorando per un ulteriore controllo, importante da un punto di vista informatico.
Il sistema traccia ogni attività relativa a quando il rifiuto è montato come parte di impianto, integrato in tecnologia blockchain, nata diversi anni fa e alla base delle criptomonete. L’informazione è disseminata su un numero enorme di computer sparsi nella rete e diffusa su tutti i nodi che partecipano alla catena. Il dato può essere rifiutato, non validato, ritenuto fallace. La blockchain consente un tracciato di trasparenza e garantisce che il dato sia quello che è stato generato. Costituisce quindi una certificazione di terza parte tecnologica.
Che sia quindi la blockchain il futuro della PA e non solo? Sarà parte di un sistema integrato, tra Ricerca e Innovazione, Digitalizzazione e Formazione professionalizzante. Con particolare occhio all’ Economia, alla Salute. E quindi al Green.
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a cura di Maria Chiara Di Carlo