Di IoT o, meglio, di IIoT si parla da anni, ma le applicazioni reali nel mondo industriale sono percentualmente poche. Ma quali ragioni hanno rallentato l’IIoT in questi anni? Lo abbiamo chiesto a Martina Casani, Chief Marketing Officer di Trueverit, azienda che fornisce una piattaforma di Industrial IoT ingegnerizzata per sfruttare al meglio l’intelligenza che già risiede negli impianti, nei sistemi e nei processi.
“Il vero limite – spiega Casani – è soprattutto culturale. L’IoT è stato considerato una soluzione per migliorare la manutenzione. Ma, ormai, soddisfatti i requisiti della manutenzione, spesso l’imprenditore non riesce a cogliere gli ulteriori vantaggi offerti da una piattaforma molto versatile e dai confini non ancora del tutto noti.
Ci faccia qualche esempio di queste ulteriori opportunità…
La potenzialità di una piattaforma capace di raccogliere e trasmettere i dati sono praticamente infinite, ma io preferiscono limitarmi a due degli ambiti più emblematici: efficienza e sicurezza. Migliorare questi settori, per un’azienda, significa essere più competitivi sul mercato. In particolare, nei prossimi messi di posti Covid, proprio efficienza e sicurezza saranno le chiavi del successo. E l’IIoT può giocare un ruolo determinate.
Però, ammettiamolo, in molte applicazioni il mancato impiego delle potenzialità dell’IoT non può essere dovuto solo alla mancanza di fantasia, che sicuramente non manca agli imprenditori italiani…
Questo è vero. In molti casi le applicazioni IIoT si sono bloccate perché proposte nel modo sbagliato. Una soluzione di questo tipo non può esser imposta dall’alto, spesso da chi si occupa di IT, ma non conosce bene le specificità dell’OT. Chi opera sul campo, sia esso un edificio, un’applicazione GDO o una fabbrica, ha esigenze specifiche, che devono essere conosciute e rispettate. In caso contrario si trovano resistenze reciproche, che non giovano al progetto complessivo. Spesso l’IIOt non si è affermato più per problemi di comunicazione tra le persone che non tra le macchine.
Un limite che voi di Trueverit vi proponete di superare. Ma dove attinge la vostra conoscenza specifica, considerando che siete un’azienda nata pochi mesi fa?
Il brand è stato presentato solo lo scorso dicembre. Ma, in realtà, è il refactoring di una piattaforma già esistente e ampiamente testata da Techlan. Un System Integrator specializzato nelle soluzioni di automazione per grandi aziende. Lo staff tecnico interno, infatti, aveva sviluppato e testato questo strumento sulla base delle proprie esperienze dirette e delle richieste dei clienti. Il successo pratico ha quindi consigliato di renderlo indipendente, con un nuovo brand e una nuova interfaccia grafica. Ma, dietro la nuova immagine, si trova una piattaforma estremamente solida, al punto da essere già stata utilizzata da una realtà come Leonardo.
La piattaforma, quindi, è indirizzata al solo mondo manifatturiero?
No. È nata nel manifatturiero, rispondendo alle domande specifiche di quel mondo, in termini di sicurezza, affidabilità e flessibilità. Ma queste caratteristiche vengono oggi applicate a tutti i settori in cui c’è un uso intensivo di capital: GDO, Building, Utility… Questo perché, a differenza di molte altre proposte presenti sul mercato, è un’applicazione cross silos.
Questo cosa significa all’atto pratico?
La piattaforma proposta da Trueverit è nata con la visione di un’archittetura capace di fare da ponte tra qualsiasi sistema aziendale. Per questo dialoga, in ingresso, con tutti i protocolli industriali e, in uscita, con qualunque end point. È questo il vero concetto di integrazione: rendere possibile lo scambio dei dati tra qualunque sistema e da qualunque fonte. Un esempio emblematico della sua versatilità è rappresentato da un’azienda come Aiconnect, che fornisce totem di digital signage. Aver integrato il nostro IIoT nei totem permette di gestirli e di configurarli da remoto. Il vantaggio, in termini di tempo risparmiato dai tecnici, è evidente. Ma, soprattutto, l’azienda propone le proprie soluzioni con una logica di servizio, mentre prima il Business era limitato alla fornitura dell’hardware.
La flessibilità della vostra piattaforma vi permette di proporvi in svariati mercati. Come riesce Trueverit a essere un interlocutore affidabile in ambiti tanto diversi?
Trueverit propone la piattaforma, la formazione e il supporto tecnico. Ma arriviamo dai clienti soprattutto grazie ai nostri partner, che sono specializzati nei singoli ambiti e, quindi, sanno come rispondere alle esigenze specifiche di ogni settore, sfruttando al meglio l’IIoT. Sono loro, infatti, il soggetto in grado di parlare con i singoli clienti e di conoscerne le peculiarità. Proprio questa capacità di operare su due piani diversi, ma complementare, rende vincente la nostra piattaforma.
Come trovate e selezionate i partner sul mercato?
I nostri Sytem Integrator di riferimento sono, storicamente, quelli di estrazione industriale. Ma abbiamo collaborazioni attive anche con quanti operano negli ambiti complementari. La nostra piattaforma, infatti, è adatta anche ad ambiti non manifatturieri, con applicazione che vanno dal mondo agricolo e alle infrastruutture IT. Uno dei casi di maggior successo, ad esempio, è stato il monitoraggio di un Data Center, in quanto la nostra piattaforma sfrutta l’IIoT per monitorare tutti i parametri fisici di un ambiente tanto esigente in termini di affidabilità e prestazioni. Del resto nessuna applicazione vive da sola, ma si deve sempre integrare. E la nostra piattaforma è nata proprio per integrarsi. Al System Ingrator, quindi, basta una formazione di pochi giorni per essere operativo e autonomo.
I rapporti di partnership sono sempre molto delicati. Come evitate sovrapposizione e concorrenza tra i vostri partner e l’azienda da cui siete nati?
Trueverit ha una propria autonomia proprio perché un singolo System Integrator non può avere competenze in ogni ambito e conoscere le specificità dei singoli mercati. Del resto i nostri partner rappresentano una risorsa fondamentale per noi e, quindi, siamo i primi ad essere interessati al loro successo. Anche per questa ragione abbiamo i classici livelli di affiliazione e di co-marketing. Ma credo che l’aspetto più interessante sia la nostra focalizzazione sullo sviluppo della piattaforma che proponiamo. Siamo infatti un’azienda relativamente piccola, ma con enormi competenze nello sviluppo. Questo ci permette di affiancare in partner sin dalla fase di proposizione al cliente, per poi sviluppare eventuali soluzioni specifiche per le esigenze di un’azienda o di un mercato.
Al di là delle potenzialità di ogni piattaforma, il suo successo è spesso legato alla cosiddetta User Experience. Cosa proponete in questo ambito?
Come ho detto, la nostra soluzione è frutto di esperienze specifiche sul campo. Per questa ragione siamo molto attenti alle esigenze degli utenti. Basti pensare che la piattaforma sfrutta il Drag & Drop per creare le interfacce adatte ad ogni singola tipologia di utente, anche all’interno di una stessa azienda. Il nostro, infatti, è uno strumento nato per essere facile. E anche la possibilità di attivare solo i moduli di cui si ha un’effettiva necessità è un chiaro esempio di questa nostra attenzione alle reali esigenze degli utenti.