L’Industry 4.0 costituisce la leva su cui il nostro Paese deve puntare per effettuare il cosiddetto cambio di passo e recuperare sia in termini di competitività che di crescita, oltre che per rafforzare l’internazionalizzazione delle nostre realtà industriali. Questo significa avere gli strumenti giusti per colmare un gap con gli altri Paesi europei e guadagnare importanti punti di Pil.
Il 2017 è l’anno della quarta rivoluzione industriale e l’Italia ha il dovere di abbracciarla e di non voltarle le spalle. Come seconda potenza manifatturiera d’Europa, il nostro Paese non può infatti permettersi di sprecare altro tempo e perdere questa irripetibile opportunità: il treno dell’innovazione ha iniziato a muoversi ed è necessario salirvi prima che diventi irraggiungibile.” ha spiegato Enrico Cereda, amministratore delegato di IBM Italia.
E le condizioni favorevoli per non perderlo ci sono: esistono infatti una serie di concomitanze di fattori che stanno rendendo possibili scenari fino a poco tempo fa impensabili. Per prima cosa l’attuazione del piano Calenda che, grazie ai 13 miliardi di investimenti stanziati fino alla fine del 2017, costituisce un abilitatore fondamentale nello sviluppo di questo fenomeno. Ad esso si aggiunge certamente anche il Quantitive Easing la cui influenza positiva cesserà molto probabilmente a fine anno e verso cui le imprese devono puntare subito se vogliono beneficiare dei finanziamenti con tassi di interesse particolarmente agevolati.
Infine, ma non meno importante dei precedenti fattori, è sicuramente la tecnologia che oggi ha raggiunto una maturità tale da poter essere implementata facilmente in modalità as-a-service così che le imprese di qualsiasi dimensione possano utilizzare tecnologie scalabili e a prezzi contenuti. Un elemento questo che permette così anche alle piccole realtà di utilizzare soluzioni computazionali prima per loro economicamente inaccessibili. La potenza dell’Internet of Things, il Cloud, il Cognitive e l’Intelligenza Artificiale porteranno vantaggi sia ad ogni singola impresa che aiuteranno a generare positive ripercussioni sull’intero sistema Paese.
Si viene così a creare un ecosistema di innovazione aperta dove tutti gli attori (imprese, startup, Governo e università) lavorano a stretto contatto in un rapporto di condivisione e di scambio continui. E IBM lo sta già facendo: l’azienda vuole essere vicina ad ogni realtà imprenditoriale italiana portando la propria esperienza di 90 anni nel nostro Paese grazie anche ad una serie di partnership con imprese “amiche” come Cisco, Siemens, Panasonic ad esempio.
“Ci sono tutte le condizioni affinche la tempesta diventi perfetta e faccia volare l’aquilone dell’innovazione per l’Italia. L’imperativo è però quello di accelerare il più velocemente possibile poiché in una rivoluzione i primi a muoversi sono coloro che ottengono un vantaggio di mercato, di fatturato e posizionamento” ha aggiunto Enrico Cereda.
La grande sfida di questa nuova Rivoluzione Industriale sarà quindi quella di scegliere i Partner giusti, sulle competenze, sulla capacità di fare della propria impresa un ecosistema integrato con i soggetti della filiera e integrato nel Sistema paese che sta viaggiando verso una Industria 4.0 Made in Italy.