Il 2018 sarà decisivo per l’integrazione dei device wearable in ambito aziendale: secondo ABI Research, circa 154 milioni di dispositivi wearable saranno consegnati in tutto il mondo entro il 2021, contro i 34 milioni del 2016. Il 34% di questi device sarà destinato proprio alle aziende, operanti in tutti quei settori che prevedono il contatto diretto con il pubblico o la presenza di operatori sul campo: come logistica, manutenzione, produzione e stoccaggio.
“I dispositivi wearable applicati in ambito business sono in grado di migliorare la produttività e i processi in vari settori verticali, rendendoli pratici e sicuri. Nel settore della manutenzione e assistenza, i dispositivi, come ad esempio il nostro innovativo dynaEdge DE-100 unito agli smart glass Viewer AR100, possono agevolare il lavoro manuale, consentire un rapido accesso da remoto a schemi e progetti, segnalare guasti o ricevere assistenza tramite software. Anche nella logistica possono contribuire a migliorare il flusso di lavoro, limitare l’errore umano e consentire una rapida raccolta dei dati per analisi e miglioramento dell’efficienza”, ha dichiarato Massimo Arioli, Head of B2B Sales&Marketing, Toshiba Personal & Client Solutions Company, Italy.
L’introduzione di questo tipo di tecnologia è veicolata oggi dalla crescente fiducia dei CIO – che stanno capendo come utilizzarla al meglio per incrementare la produttività mobile – e dall’importanza dell’innovazione digitale in ambito business. Le potenzialità dei dispositivi indossabili sono in piena evoluzione e i fattori che determineranno l’integrazione in ambito business sono diversi: dallo sviluppo del mercato IoT ai progressi nel campo della realtà aumentata, fino all’imminente introduzione del 5G, un cambiamento che secondo le stime coinvolgerà almeno mezzo miliardo di utenti. Un ruolo chiave è riconosciuto inoltre all’Edge Computing, che diventerà sempre più rilevante nello sviluppo dei wearable in ottica business: secondo uno studio di Equinix e IDC, le aziende otterranno benefici extra pari a 2 trilioni di dollari nei prossimi cinque anni grazie alla sua piena applicazione.
“L’Edge Computing è una risorsa preziosa perché introduce nuovi metodi di raccolta, analisi e ridistribuzione dei dati e dell’intelligence che ne deriva. Lavorare sui dati a livello Edge riduce la pressione sul cloud; in questo modo gli utenti possono essere più selettivi sui dati inviati al core network. Questo tipo di approccio consente anche di identificare subito i cyber attacchi e di limitarli a livello Edge del dispositivo: i dati possono essere così scansionati e crittografati prima di essere inviati al core”, ha aggiunto Massimo Arioli.
Gli sviluppi tecnologici come quello dell’Edge Computing favoriscono sempre più la diffusione dei dispositivi indossabili e lo sviluppo delle loro potenzialità in ambito aziendale. Gli esempi nel campo della manutenzione o della logistica dimostrano proprio la flessibilità e l’adattabilità di questi sistemi a diversi settori verticali. Oggi le infrastrutture IT sono sempre più aperte all’implementazione di queste tecnologie e la loro capacità di offrire un’esperienza di lavoro ottimizzata e sicura in tanti ambiti sarà la principale spinta per la loro piena integrazione in ambito aziendale nel 2018 e oltre.