La 52esima edizione di Cibus Tec, che ha aperto i battenti ieri a Parma, è già da record. Il numero degli espositori presenti è, infatti, cresciuto del 30% rispetto all’edizione precedente insieme alla superficie espositiva, che è aumentata del 25 per cento.
Oltre 3mila operatori internazionali provenienti da 70 paesi diversi hanno, dunque, permesso di raggiungere un totale di 1.300 aziende (+ 30% rispetto la precedente edizione) e 400 brand provenienti da 25 nazioni.
Tra i Paesi più rappresentati, l’Italia, ovviamente, seguita da Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Svizzera, Francia, Cina, Stati Uniti e Turchia, per un totale atteso di circa 40.000 visitatori di cui il 25% esteri provenienti da più di 100 Paesi.
Sono questi i numeri riportati da Thomas Rosolia, presidente Koeln Parma Exhibitions (KPE), in occasione dell’edizione 2019 di Cibus Tec che, alle Fiere di Parma, sta confermando il ruolo di leadership dell’Italia quale punto di riferimento per la determinazione degli standard qualitativi e di sviluppo della tecnologia applicata al processo alimentare.
Focus sulla globalizzazione
L’opening session, curata dal World Food Research and Innovation Forum, è stata l’occasione per Paolo De Castro, coordinatore S&D della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, per affrontare un tema di grande attualità: «Con l’avvio della nuova legislatura, e in attesa che sia completato il mosaico della Commissione, ribadiamo il nostro, e mio personale impegno, a dare un colpo di acceleratore alle norme destinate a regolamentare meglio l’uso di nuove tecnologie nel settore agro-alimentare. Un fronte sul quale ci siamo già confrontati anche con il neo-commissario designato all’Agricoltura, Janusz Wojciechowski, dal quale ci aspettiamo un importante contributo in questa direzione nel quadro della riforma della Politica agricola comune».
Non a caso, nell’ambito delle tecnologie alimentari, oggi il sistema Italia può vantare una leadership indiscussa rappresentando il 32% della produzione dell’UE28. In altre parole, il 32% della ricchezza del Paese deriva dall’export, motivo per cui, come ricordato in una nota ufficiale da Roberto Luongo, Direttore Generale ICE Italian Trade Agency: «La chiusura dei mercati, i dazi doganali: sono situazioni pericolosissime. Il tema della globalizzazione è strategico all’interno della fiera alimentare perché, guardando i dati, l’Italia è il secondo Paese esportatore al mondo dopo la Germania nel settore. La ricchezza del nostro Paese sta nella capacità di guardare avanti, andando a cogliere gli aspetti fondamentali della filiera. Noi dobbiamo fare ancora di più. Grazie a ICE sono presenti a Cibus Tec 150 operatori provenienti da 40 Paesi diversi. Intorno alle tipicità del nostro Paese dobbiamo essere in grado di entrare nel mercato internazionale con un grado di innovazione sempre maggiore».
Innovazione fa rima con formazione. L’una non potrebbe essere divisa dall’altra. Fondamentale diventa quindi l’attività dell’Università degli Studi di Parma, che considera Cibus Tec 2019 come un punto di partenza di quello che sarà un importante approfondimento sulle principali sfide della filiera agroalimentare come il “World Food Research & Innovation Forum” del 2020.