Il Booklet Economia del Centro Studi Assolombarda – i cui punti salienti sono stati pubblicati su Genio & Impresa, il magazine dell’associazione delle imprese del territorio di Milano, Lodi, Monza e Brianza – rivela che la pandemia ha avuto pesantissime conseguenze per le aziende lombarde: nella Regione il numero di aziende attive diminuisce dello 0,4%, il doppio rispetto al 2019 quando il calo era stato dello 0,2%.
I dati dello studio certificano gli effetti devastanti del lockdown che negli ultimi mesi ha bloccato l’economia della Regione, mettendo a rischio la sopravvivenza e i posti di lavoro di centinaia di imprese lombarde e mostrano come a pagare il prezzo più alto sia il comparto manifatturiero: il numero di imprese attive in questo settore segna, infatti, una contrazione dell’1,7% nei primi tre mesi dell’anno.
Si tratta della diminuzione più importante fra le regioni benchmark a maggiore industrializzazione, ma nemmeno i numeri provenienti dagli altri territori del Nord Italia sembrano essere confortanti: in Emilia Romagna la contrazione è stata del -1,6%, in Piemonte del -1,5%, mentre in Veneto del -1,2%.
I dati preoccupanti però purtroppo non finiscono qui.
Guardando al confronto diretto con lo stesso mese del 2019, il Centro Studi Assolombarda stima per aprile una caduta di almeno il 45% dell’attività produttiva in Lombardia.
Anche a livello nazionale gli indicatori economici non sono positivi e, in linea con quelli lombardi, sembrano puntare verso una crisi senza precedenti: il PIL crolla verticalmente (-4,7% nel primo trimestre 2020) e scendono in maniera consistente anche la produzione industriale (-29,3%) e l’export (-13,5%).
A registrare una significativa battuta d’arresto è anche il clima di fiducia del manifatturiero che nel Nord Ovest del Bel Paese scende al -20%, raggiungendo livelli simili a quelli della devastante crisi economica iniziata nel 2008. Il sentimento negativo non si limita all’Italia, ma si allarga anche a Spagna, Francia e Germania dove il valore tocca addirittura quota -35%.