Nelle scorse settimane è stata presentata la versione 6.0 di COMSOL Multiphysics. Una piattaforma di simulazione che introduce due importanti novità: il Model Manager, per una gestione più efficiente dei processi di simulazione, e un nuovo prodotto: l’Uncertainty Quantification Module, che include la global sensitivity e strumenti probabilistici per la quantificazione dell’incertezza.
Innovazioni importanti per una delle piattaforme di simulazione più apprezzate del mercato, che si arricchisce di nuove funzionalità sviluppate per aiutare i progettisti a rendere sempre più rapido ed efficace il proprio lavoro. La simulazione, come ci ha spiegato Daniele Panfiglio – Branch Office Manager di Comsol Italia – “permette di verificare le conseguenze delle proprie intuizioni, senza dover passare attraverso modelli fisici che comportano tempi lunghi, costi elevati e, in alcuni casi, anche rischi effettivi”.
Ma strumenti così efficaci sono davvero per tutti, o rimangono relegati ai settori con un’elevata marginalità? Si tratta di un tema molto dibattuto, sul quale ci siamo confrontati proprio con Panfiglio
Lei stesso, sintetizzando le funzionalità delle piattaforme di simulazione, ha evidenziato che permettono di “verificare le conseguenze delle proprie intuizioni”. Perché ha posto l’accento proprio su questo aspetto?
Perché le piattaforme di simulazione sono strumenti e non “sfere magiche”. Non dobbiamo illuderci che i tool facciano tutto da soli. Costituiscono invece un elemento fondamentale per esaltare la competenza e l’intuito dei tecnici specializzati, aiutandoli anche nella corretta interpretazione dei risultati. Pur essendo il rappresentante di un’azienda che propone piattaforme di simulazione, non dobbiamo illuderci che simili strumenti portino a risultati senza la competenza dei tecnici. Sono i tecnici, infatti, a impostare i parametri al contorno corretti e definire le prove da svolgere. Poi la piattaforma esegue rapidamente i calcoli e offre un supporto grafico particolarmente efficace, come nel caso di COMSOL Multiphysics. Ma rimangono fondamentali la competenza e l’esperienza dei tecnici.
In un mercato come quello italiano, caratterizzato da migliaia di PMI, qual è la diffusione dei sistemi di simulazione?
Il tessuto industriale italiano ha ampi margini di miglioramento, poiché le piattaforme di simulazione sono ancora poco sfruttate. Persino alcune aziende molto grandi non hanno ancora approfondito le potenzialità di queste soluzioni. Inoltre i risultati sono percepiti come ‘intangibili’, soprattutto da chi arriva alla simulazione dopo aver lavorato molto sulle soluzioni tradizionali. Chi ha poca esperienza, infatti, teme di perdere il controllo completo del proprio progetto. Al contrario, il ruolo del progettista rimane essenziale e le piattaforme di simulazione esaltano le competenze del progettista stesso, poiché gli consentono di focalizzarsi sulle attività a maggior valore aggiunto.
In questo scenario, quali sono i settori che possono trarre maggior beneficio dall’impiego di strumenti di simulazione come COMSOL Multiphysics?
Ovviamente i settori di riferimento sono i più noti: metalmeccanico, farmaceutico e automotive. Ma si stanno affacciando anche numerose realtà nuove, che in passato non conoscevano le potenzialità delle piattaforme di simulazione. Si tratta, spesso di settori di nicchia, dove le aziende italiane hanno maturato enormi competenze. Ma, per continuare ad essere competitive, devono innovare. E la simulazione permette di sperimentare, in modo rapido e poco costoso, le proprie intuizioni.
Queste piattaforme richiedono però una competenza specifica. Difficilmente le PMI italiane sono disposte ad investire sulla crescita professionale delle proprie persone…
Questo, in effetti, è spesso un limite del nostro tessuto imprenditoriale. Un ritardo culturale che, però, le aziende più visionarie stanno recuperando rapidamente. La pandemia, per assurdo, ha contribuito alla diffusione degli strumenti di condivisione e digitalizzazione. Le limitazioni forzate della produzione e della sperimentazione fisica, infatti, hanno indotto ad approfondire la conoscenza delle soluzioni virtualizzate. Questo ha permesso a numerose aziende di scoprire i vantaggi di un nuovo modello di progettazione e di rivedere alcuni dei propri preconcetti.
Una svolta non semplice, poiché comporta un nuovo modo di lavorare. In questo scenario qual è il ruolo di COMSOL in Italia?
In questo ambito, come ho spiegato prima, occorre ribadire le reali funzionalità di una piattaforma di simulazione e comprenderne il reale impiego. Ad esempio le equazioni dell’elettrochimica sono un patrimonio comune e sono inserite nella nostra piattaforma. Ma non basta acquistare la nuova versione di COMSOL Multiphysics per progettare una nuova batteria. Per farlo occorre possedere il patrimonio di competenze specifiche necessario per definire le condizioni al contorno, testando poi (in modo rapido ed economico) i risultati delle proprie intuizioni. Anche per questo il nostro supporto tecnico, che conosce perfettamente le funzionalità della piattaforma, affianca quotidianamente gli esperti delle singole aziende. Ma la costruzione del modello rappresenta il valore aggiunto di ogni azienda e si basa proprio sul patrimonio di competenze interne.
Proprio per favorire la diffusione, che impatto ha avuto il piano Industria 4.0?
Nel nostro Paese, rispetto all’estero, spesso si fatica ad investire in innovazione. Ed il Piano Industria 4.0 è nato per superare questa nostra inerzia. Si tratta, sicuramente, di un ottimo strumento. Ma, all’inizio, è stato percepito come uno stimolo indirizzato alle linee produttive e non all’ambito di Ricerca e Sviluppo, che è invece fondamentale per la competitività sui mercati internazionali. Con il trascorrere del tempo e gli aggiustamenti normativi, che tra l’altro non impongono l’investimento sui beni fisici per accedere alle agevolazioni riservate ai beni immateriali, anche il nostro settore sta percependo benefici effetti. Il PNRR, inoltre, fornirà un ulteriore stimolo.
Rimane però il limite della formazione?
Anni fa, durante un convegno, uno dei manager presenti disse che, nella catena di progettazione, la simulazione si applica solo agli stati finali. Ma questo è un grave errore culturale, perché fa perdere tempo e vantaggi, dimostrando la scarsa conoscenza di simili strumenti. Si tratta di un gap culturale che viene colmato dalle università, dove i nostri strumenti sono ormai utilizzati in modo massivo. All’interno degli atenei, dove la sperimentazione fisica è più difficile, si lavora sin dall’inizio su modelli virtuali. E questo permette di creare una diffusa cultura da esportare poi nelle aziende. Si è trattato di un processo lungo, ma oggi dalle università escono sempre più tecnici pronti ad utilizzare le piattaforme di virtualizzazione.
Perché questo gap tra il mondo universitario e quello produttivo?
Perché alcune aziende sono ancora legate a modalità di progettazione ormai superate. Ma, in questo modo, rischiano di essere estromesse dal mercato. Al contrario oggi occorre investire sugli strumenti e sul capitale umano. Una persona deve essere conscia dei limiti degli strumenti, ma anche dei pregi e dei vantaggi che possono essere sfruttati, per poi interpretare i risultati. Il mondo accademico svolge un ruolo fondamentale in questo processo: sempre più aziende sono pronte ad acquistare una piattaforma di simulazione, ma sono le università a creare figure professionali dotate delle competenze di base. Oggi queste figure sono pronte e sono le aziende, anche sfruttando i vantaggi della Formazione 4.0, a dover far crescere il proprio personale nell’impiego degli strumenti specifici.
Però anche voi produttori svolgete un ruolo determinante nella diffusione della cultura specifica…
Infatti in COMSOL abbiamo un piano di formazione che include diversi corsi: da quelli introduttivi a quelli di approfondimento, per ogni area fisica analizzata dal software. Il tutto completato dal supporto tecnico quotidiano, con specialisti italiani e internazionali. In tal modo possiamo offrire un supporto reale sui problemi quotidiani, poiché i nostri tecnici sanno come guidare gli utilizzatori in ogni singolo dettaglio. Anche se abbiamo rilevato che la curva di apprendimento è molto veloce, in quanto il flusso di lavoro è univoco. Bastano infatti poche settimane di impiego per progettare e simulare in completa autonomia.
In questo scenario, come approcciate il mercato?
Proprio alla luce di quello che ho detto, il nostro primo approccio è finalizzato alla sensibilizzazione delle aziende: offriamo eventi gratuiti on line, white paper in formato digitale e tutta la documentazione tecnica necessaria per approfondire autonomamente la conoscenza del software. Sono poi le aziende a contattarci per richiedere una ulteriore valutazione più orientata ad aspetti progettuali specifici e ad un eventuale acquisto. Questo significa che, in prima battuta, deve essere l’azienda a maturare la consapevolezza che una piattaforma di simulazione le permetterà di compire un autentico salto di qualità. Da qui inizia un percorso di reciproca conoscenza, nel corso del quale i nostri tecnici mostrano, spesso con successo, quali sono gli strumenti disponibili e quali vantaggi concreti possono portare in azienda. Credo che proprio la consapevolezza dei risultati ed il confronto con realtà simili alla propria siano oggi i principali stimoli all’innovazione offerta dalla simulazione.
In estrema sintesi, cosa significa virtualizzare un progetto?
Virtualizzare un progetto significa disporre di uno strumento avanzato per generare innovazione. Il tutto senza passare attraverso la costruzione di costosi e (a volte) pericolosi prototipi per capire il comportamento di un oggetto. Certo la simulazione non soppianta la prototipazione, ma rappresenta un supporto eccezionale. Il software, infatti, permette di calcolare la forma migliore in base ai vincoli tecnici e di progetto. Il tutto con il vantaggio di poter operare anche da remoto, condividendo specifici risultati anche con persone prive di una competenza specifica. Le nostre piattaforme software possiedono potenti strumenti di calcolo, ma i risultati finali possono essere proposti anche in una forma semplificata e facilmente comprensibile. La vera forza dei sistemi di simulazione è proprio questa: fornire strumenti particolarmente innovativi agli esperti, ma con risultati comprensibili a tutti.