Il Consorzio PI Italia, Associazione che promuove protocolli di comunicazione industriale PROFIBUS, PROFINET e IO-Link su territorio nazionale, ha partecipato all’ultima edizione di Hydrogen Expo. Questo allo scopo di ampliare il proprio raggio di azione su verticali differenti in cui il Consorzio in parte già opera e in cui può potenzialmente accrescere la propria expertise.
A partire da considerazioni espresse da alcuni membri del board, e considerando l’avvento del conflitto tra Russia e Ucraina che ha portato anche l’Italia ad un necessario cambio di rotta rispetto alle fonti di energia da cui trarre sostentamento, ecco che l’idrogeno merita una particolare riflessione. Innanzitutto, bisogna fare una premessa: le reti PROFIBUS e PROFINET sono trasversali rispetto al mercato dell’automazione industriale – manufacturing – e processo -tipicamente Oil&Gas, chimica, pharma. Questo implica che il Consorzio, rispetto a tecnologie verticali come la produzione di idrogeno, mantiene una posizione super partes. La tecnologia è la medesima di quella che si applica anche per la conservazione delle mele, la produzione di Oil&Gas, le infrastrutture, le macchine e linee automatiche, l’automotive, ecc. Dunque, la posizione del Consorzio PI Italia è quella di un monitoraggio su questa una nuova opportunità emergente di mercato nel settore “processo”.
Attualmente la tendenza dei costruttori è quella di utilizzare sistemi modulari “a container” per produrre questa particolare energia. I produttori oggi puntano ad impianti di dimensioni ridotte e ad alta modularità. Un impianto a idrogeno è diviso in 3 diverse parti:
- il processo di conversione in idrogeno;
- lo stoccaggio;
- l’utilizzo.
Per il primo passaggio si può dire che attraverso il noto processo di elettrolisi si genera idrogeno dall’elettricità. L’elettricità, prodotta da fonti rinnovabili, viene convertita tramite l’elettrolizzatore. L’idrogeno prodotto necessita di un processo di purificazione che ha l’obiettivo di rimuovere l’umidità per raggiungere un grado di purezza più elevato.
Per lo stoccaggio, l’idrogeno viene compresso e immagazzinato in serbatoi pressurizzati. Questo è uno dei principali successi che questo tipo di combustibile può offrire: lo stoccaggio, anche in bombole a pressione, consente un reale utilizzo on demand e sul sito di consumo. In queste fasi tutto il processo deve essere interamente certificato ATEX.
Per la terza fase, l’idrogeno viene prelevato dal serbatoio di stoccaggio e convertito per generare elettricità e fonte di calore. Il vantaggio del sistema modulare è innanzitutto la semplicità di trasporto verso il luogo di utilizzo – e suo eventuale spostamento in altro luogo, o fissaggio nella loro posizione finale. Si ricorda che in tutto questo processo ci deve essere un sistema di controllo che permetta di gestire tutte le varie fasi sopra descritte con idonei dispositivi anche marchiati ATEX.
I soci del Consorzio PI Italia hanno le competenze e le tecnologie per equipaggiare questi sistemi, che possono anche essere di dimensioni maggiori, poiché le reti di comunicazione basate su PROFIBUS e PROFINET possono offrire soluzioni ad hoc per la gestione del processo. Considerando che si sta parlando di una tecnologia di produzione energetica emergente, sicuramente il prossimo futuro chiarirà le tendenze dei sistemi e della produzione – centrali per l’idrogeno e moduli “container” – così da poter meglio tarare le nostre proposte e di conseguenza l’eventuale creazione di prodotti e strumentazione su misura.
di Alberto Sibono, Vice Presidente del Consorzio PI Italia