Un libro su Internet of Things inusuale, quasi “anti-tecnologico”, quello scritto da Martina Casani e Marcello Majonchi. Spesso trattato come un tema tecnologico, solo quando imprese, istituzioni e persone avranno compreso a cosa serve disporre di così tanti dati raccolti dagli oggetti il fenomeno IoT si farà davvero importante, in quantità e qualità. L’origine e il senso di questo libro sono appunto da ritrovare nel desiderio di raccontare una “diversa” Internet delle Cose: non quella dei pezzi di silicio e di codice, ma quella delle opportunità, delle applicazioni che si possono sviluppare, delle visioni che si sogna di realizzare, del modo in cui affrontarle, tutto basato in parte sugli aspetti più filosofici del dibattito ma soprattutto sull’esperienza quotidiana di chi, come i due autori, le cose [connesse] le ha vissute davvero, nel corso di un anno di esperienza professionale insieme.
Attraverso un percorso che si snoda tra armadi che prendono da soli decisioni di acquisto, macchinari industriali che si auto-aggiustano, fragole parlanti, edifici che riducono il consumo di energia, supermercati senza code alle casse e pagamenti senza moneta reale, il libro è diviso in tre tappe. La prima inquadra il fenomeno IoT sotto il profilo strategico; la seconda è la sezione “laboratorio”, dedicata alle metodologie con cui affrontare un percorso IoT; la terza illustra le tendenze più attuali. I casi concreti non mancano e neppure gli ospiti.
«Lo scorso anno, girando tra partner, clienti e convegni abbiamo davvero visto nascere qualcosa di grande: un rinnovato desiderio di innovazione, seppur con tutte le incertezze del caso: quale tecnologia utilizzare, come mettere a reddito un investimento, quali partner scegliere, come portare la connettività, come integrare tutte le cose, come approcciarsi ad IoT» racconta Martina Casani. «Tutte queste “storie” le abbiamo volute condividere, perché fossero uno stimolo per tanti altri. E ci siamo dunque trasformati in “IoT storyteller”».
«Internet delle cose non è (solo) una tecnologia, ma è soprattutto un modo nuovo di fare business, grazie all’abilità di connettere prodotti, processi e persone tramite la rete» afferma Marcello Majonchi. «Per questo abbiamo voluto raccontare di questo argomento parlando non ai tecnici, ma agli imprenditori, ai manager, a chi lavora oppure lavorerà nelle aziende, con la voglia di condividere alcuni spunti, perché siano i sognatori di un’innovazione, soprattutto per l’Italia, necessaria, vitale, faticosa ma possibile.»