Negli ultimi anni il ransomware ha messo a dura prova l’industria italiana, soprattutto la manifattura. Le nuove tecnologie offrono enormi vantaggi e, nonostante i sistemi di protezione che le aziende adottano, le tattiche e le tecniche cybercriminali sono sempre più evolute e pericolose. Come possono rimediare le aziende? La risposta ce la fornisce in questo articolo Cubbit, azienda di Bologna con oltre 120 aziende clienti in tutta Italia. Buona lettura!
Ransomware e settore manifatturiero: il costo nascosto della transizione digitale
La transizione digitale è la chiave per la crescita della manifattura italiana e il cuore del PNRR. È un vero e proprio cambio di paradigma: quasi metà delle imprese dell’Unione Europea ha investito nella digitalizzazione in risposta alla pandemia. In Italia, oltre novemila PMI stanno facendo il passaggio verso una produzione smart e interconnessa. Automazione, robotica, realtà aumentata. E poi ancora: simulazione, stampa 3D, IoT, cloud, cybersecurity, big data: sono questi i 9 pilastri che la multinazionale di consulenza strategica Boston Consulting Group pone alla base della digital transformation.
Ma la transizione digitale, così importante per lo sviluppo del Paese, non è priva di insidie. Se da una parte un sistema più interconnesso presenta una miriade di vantaggi, esso espone individui e organizzazioni a un rischio più elevato di minacce informatiche giacché, quanto più un’azienda è digitale, tanto maggiore è la sua superficie di attacco. Ecco perché, nel settore manifatturiero, avere una strategia di difesa e ripristino dei dati dopo un attacco ransomware è, oggi più che mai, essenziale.
Ransomware: la manifattura italiana è nel mirino
La manifattura detiene ancora il tasso di successo più basso nel recupero dei dati crittografati: secondo una recente ricerca di Sophos, il 68% dei criminali informatici è riuscito a criptare i dati delle proprie vittime, il numero più alto dall’inizio di queste rilevazioni nel 2020.
Quest’anno si è registrato un leggero aumento del numero di aziende manifatturiere vittime di questi attacchi, con una percentuale che è salita al 56% rispetto al 55% del 2022. Solo il 27% dei cyber attacchi è stato bloccato con successo prima che i dati potessero essere criptati, la qual cosa suggerisce una crescente sofisticazione nei crimini informatici. Nel 32% dei casi in cui i dati sono stati criptati si è verificata anche l’esfiltrazione dei dati, una pratica sempre più comune nel settore.
I principali metodi di intrusione sono la violazione delle credenziali (27% dei casi), l’exploit delle vulnerabilità (24%) e il phishing (41%), che registra un’incidenza ben più alta della media intersettoriale del 30%. Ecco perché il 73% delle aziende manifatturiere si affida ai backup per ripristinare i dati dopo un attacco — un aumento del 15% rispetto al 58% dell’anno precedente.
Come proteggere la manifattura italiana dai ransomware
La minaccia ransomware è un pericolo reale per la manifattura italiana. Gartner stima che, entro due anni, il 75% delle aziende sarà vittima di un attacco ransomware, per un costo equivalente di 3,6 milioni di dollari — una stima che include non solo il riscatto (oltre 700.000 dollari secondo il rapporto Sophos) ma anche il costo del downtime (300.000 dollari l’ora), i danni alla reputazione, le multe per la violazione del GDPR (fino a 10 milioni di euro o al 2% del fatturato annuale mondiale dell’azienda) e i mancati guadagni dovuti alla perdita della fiducia da parte dei clienti.
È dunque una necessaria una strategia di prevenzione e ransomware recovery che sia capace di proteggere gli asset aziendali da qualsiasi attacco e permetta il ripristino in tempi rapidi e certi. Cubbit offre la soluzione: un backup immutabile geo-distribuito con un sistema di ransomware recovery di nuova generazione, progettato per rispondere ai bisogni dell’industria manifatturiera e del mondo enterprise. Ma perché sempre più aziende manifatturiere italiane, tra cui Amadori, Bonfiglioli e SCM Group, scelgono Cubbit?
Cubbit propone un modello più sicuro di archiviazione dati: il cloud geo-distribuito. Questa innovativa tecnologia permette alle aziende di diversificare il proprio rischio cyber evitando di mettere tutte le uova in un solo paniere. Se infatti le soluzioni di archiviazione tradizionali custodiscono i dati in una manciata di data center vulnerabili, Cubbit cripta i dati e li distribuisce su una rete peer-to-peer sotto il controllo del cliente, riducendo i rischi associati a downtime, ransomware e attacchi hacker — il tutto nel massimo rispetto di sovranità digitale e GDPR.
Questo garantisce iper-resilienza e un significativo risparmio in termini economici (Cubbit costa il 50% in meno di Aruba e fino all’80% in meno di AWS, Azure e Google Cloud) che di CO2 (Cubbit fa risparmiare al cliente fino a 25 kg di CO2 per ogni TB archiviato). La tecnologia di Cubbit, compatibile con S3, consente inoltre di migrare senza costi extra e si integra senza problemi con i più diffusi software di backup quali Veeam, Nakivo, LucidLink, Rclone, Commvault e moltissimi altri. Inoltre, Cubbit abilita backup off-site senza costi aggiuntivi ed è dunque la scelta ideale per le soluzioni hybrid cloud e NAS quali QNAP e Synology.
L’azienda ha a cuore la sovranità digitale dei propri clienti. Per questo motivo, l’azienda custodisce i dati solo in Italia e si sottopone ad auditing periodici da parte di organismi indipendenti. Ad oggi, Cubbit ha conseguito le certificazioni ISO 9001:2015 (sistemi di gestione qualità), ISO/IEC 27001:2013 (gestione della sicurezza delle informazioni), ISO/IEC 27017:2015 (sicurezza del cloud), ISO/IEC 27018:2019 (privacy nel cloud e protezione dei dati personali).
I servizi di cloud object storage di Cubbit sono inoltre abilitati MePA e dispongono della qualifica ACN, Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (subentrata ad AgID, Agenzia per l’Italia Digitale). Cubbit ha infine ottenuto il prestigioso Cybersecurity Made In Europe Label, un riconoscimento per imprese IT europee che attesta l’impegno di Cubbit per l’innovazione e il rispetto delle normative europee in materia di sicurezza informatica.
Ma la geo-distribuzione non è l’unica innovazione di Cubbit. L’azienda bolognese protegge i dati dell’industria manifatturiera con un backup immutabile ai ransomware compatibile con S3. Grazie alle feature S3 Object Locking e S3 Object Versioning il cliente può infatti mantenere più versioni dello stesso file e “congelarle” così che non possano essere modificate, cifrate da ransomware o cancellate per errore umano.
Cubbit fornisce supporto tecnico tramite email e telefono in lingua inglese e italiana.