“Mandaci i tuoi progetti 3D. Li stampiamo noi”, “Un progetto CAD diventa subito un oggetto reale”…
Quante volte abbiamo letto questi annunci, illudendoci di poter trasformare facilmente un progetto CAD in un prototipo o in un componente da utilizzare per sostituire un elemento rotto.
La stampa additiva, infatti, appare semplice e immediata. Ma, per ottenere risultati davvero efficaci, spiegano gli esperti di Siemens Digital Industries Software, occorre valutare una serie di aspetti estremante importanti, che sono riassunti nell’ebook,Stampa 3D: suggerimenti pratici per passare dalla progettazione CAD all’oggetto stampato, scaricabile gratuitamente a questo link.
In particolare, a differenza di altri processi produttivi, infatti, la stampa 3D è additiva. Ciò significa che un oggetto viene creato attraverso la deposizione progressiva di materiale. Questo aspetto deve quindi essere valutato con estrema attenzione quando si progettano gli oggetti da stampare e si definisce il rispettivo orientamento. Un’opzione, quest’ultima, non supportata da tutti i software di progettazione e che potrebbe allungare i tempi ed i costi di stampa, anche per la necessità di utilizzare una notevole quantità di materiale di supporto.
Come si stampa nel vuoto?
Emblematico, in questo caso, l’esempio delle sporgenze citato nell’e-book “Stampa 3D: suggerimenti pratici per passare dalla progettazione CAD all’oggetto stampato”. Benché siano in grado di creare forme e superfici incredibili, le stampanti 3D non possono stampare nel vuoto. Ogni volta che è presente uno spazio vuoto sotto il materiale, è necessario utilizzare materiale di supporto. La maggior parte degli slicer esegue questa operazione in modo automatico, ma è possibile impostare dei parametri per stabilire la quantità e l’orientamento delle strutture di supporto. Le stampanti a singolo ugello creano una serie di sottili colonne, che devono poi essere staccate e possono generare superfici non molto lisce. Per questo motivo, di solito è meglio limitare le sporgenze di grandi dimensioni, se possibile, per ridurre al minimo l’esigenza di strutture di supporto. Se è proprio necessario creare una sporgenza di grandi dimensioni, provare a capovolgere l’orientamento della stampa. La maggior parte delle stampanti è in grado di gestire sporgenze fino a 45 gradi circa. A certe altezze, all’estremità della sporgenza potrebbero formarsi dei filamenti.
Allo stesso modo, i fori diminuiscono il proprio diametro quando la stampa utilizza plastica riscaldata, che si restringe in seguito al processo di raffreddamento. Per questo motivo, può essere necessario aumentare le dimensioni di fori e feature critiche, per garantire una corrispondenza con le dimensioni corrette dopo la stampa.
Questi ed altri consigli sono disponibili nell’ebook Stampa 3D: suggerimenti pratici per passare dalla progettazione CAD all’oggetto stampato, ma è altrettanto importante scegliere un software in grado di supportare il progettista in queste delicate fasi e mettere a disposizione funzionalità automatiche in grado di prevenire i problemi e ridurre i tempi di stampa, pur a fronte di oggetti con la necessaria qualità.