Il 2020 è stato un anno di grandi sconvolgimenti per le economie, le società e le organizzazioni di tutto il mondo. Con l’eccezione dell’assistenza sanitaria, nessun altro settore è stato così all’avanguardia nella battaglia contro il COVID-19 come l’industria alimentare che ha dovuto portare, letteralmente, il cibo in tavola a miliardi di persone in tutto il mondo durante il lockdown.
Per Manhattan Associates non sorprende che, essendo stata in prima linea, l’industria alimentare di oggi abbia un aspetto molto diverso da quello che aveva a inizio anno. Mentre il retail di seconda necessità sta tornando in tutto il mondo, è giunto il momento per i food retailer di fare un bilancio dei risultati ottenuti fino a oggi e di chiedersi: come appare la “nuova normalità”? E come possono i food retailer soddisfare le nuove aspettative dei consumatori?
Adattarsi a un panorama in cambiamento
In primo luogo, e più ovviamente, il COVID-19 ha cambiato il look&feel dei supermercati, di tutte le dimensioni: corridoi più ampi (dove possibile); pulizia più frequente di bar e servizi igienici dei clienti; aumento dell’uso dei pagamenti contactless e con carta di credito (facendo sì che i supermercati siano la spinta definitiva verso una società cashless); meno stock in loco e più articoli freschi preconfezionati in vendita (riducendo la possibilità di contagio per via di frutta e verdura sfusa).
In secondo luogo, il COVID-19 ha avuto un impatto fondamentale sulla psicologia d’acquisto dei beni, in merito al come e al quando. Secondo un recente report digitale di Adobe pubblicato su Forbes, la pandemia ha accelerato la crescita dell’e-commerce di ben sei anni, portando a un aumento della quota complessiva del primo e-commerce mobile e a un aumento significativo di approcci ibridi relativamente nuovi all’acquisto, come quello online con ritiro in negozio (BOPIS – Buy Online, Pickup In Store) o nei punti di ritiro dedicati.
Inoltre, secondo una ricerca condotta da McKinsey & Company, ci sono stati cambiamenti significativi nel numero di visite che i consumatori sono disposti a fare negli store fisici. Non sorprende che ciò abbia portato a un aumento del paniere, sottolineando la volontà di spendere di più per ogni visita fisica così da ridurre i rischi legati alla frequentazione di spazi e trasporti pubblici.
Mentre la tradizionale narrazione intorno alla psicologia dei consumatori e alle abitudini di spesa continua a trasformarsi in un approccio più ibrido e pragmatico, il settore alimentare deve evolvere per adattarsi al nuovo panorama. Ci sono quindi alcune questioni chiave che devono essere prese in considerazione: come si presenta in realtà la “nuova normalità”? E cosa questo significherà per le basi del settore dal punto di vista della customer experience e della supply chain?
Il boom dell’e-commerce è qui per rimanere
Questa vera e propria esplosione accelerata dal COVID-19 non scomparirà presto. Insieme alla crescente popolarità di modalità di acquisto come BOPIS e il ritiro in luoghi specifici, l’industria alimentare post-COVID-19 dovrà concentrarsi su due aree chiave: mettere al centro della propria offerta una vera e autentica esperienza omnichannel del cliente e disporre di soluzioni tecnologiche scalabili e agili che forniscano ai team di gestione di magazzino, DC, supply chain e trasporti la flessibilità e la scalabilità per innovare.
Mentre molti nel settore alimentare hanno visto crescere rapidamente il business dell’e-commerce, anche la realizzazione di esso è colmo di una serie di sfide. In primo luogo, rappresenta un costo molto più elevato per il retailer, il che significa che devono considerare opzioni di prelievo più efficienti (a volte automatizzate, a volte robotizzate) nei loro centri di distribuzione e nei dark store, ove possibile.
In secondo luogo, l’e-commerce offre al consumatore molte più opzioni di servizio. Che si tratti di slot per la consegna a domicilio, BOPIS, punti di ritiro o suggerimenti per gli articoli out of stock, tutte queste modalità richiedono sistemi in grado di collaborare e comunicare da un livello di stock base, fino al picking, al trasporto, alla consegna e alle comunicazioni con i clienti.
Il futuro è luminoso. Il futuro è omnichannel
Nessuna area del commercio globale è stata lasciata intatta dal COVID-19, eppure, ancora oggi, c’è l’opportunità di rinvigorire e rimodellare il panorama industriale.
Efficaci metodi di e-commerce e di realizzazione ibrida, insieme a vere e proprie capacità omnichannel, costituiranno la base di questo processo rigenerativo per il retail globale (compreso il settore alimentare) e per i suoi miliardi di clienti in tutto il mondo.
Nonostante le sfide che molti nel settore alimentare hanno dovuto affrontare negli ultimi quattro mesi, la tecnologia rimane una delle principali priorità, secondo i risultati del report annuale di Retail Week. Quindi, mentre finalmente guardiamo avanti verso un futuro post-coronavirus, chiedetevi questo: “Le soluzioni ERP attuali sono adatte allo scopo in un contesto industriale così dinamico e veloce?”