In merito all’adozione dell’AI nel manifatturiero a livello globale, Google Cloud ha presentato i risultati di una ricerca frutto di un sondaggio condotto su oltre 1.000 costruttori di macchine in diversi Paesi, tra cui l’Italia.
Commentati da Domink Wee, Managing Director Global Manufacturing, Industrial and Transportation di Google Cloud, i dati della ricerca evidenziano come la pandemia abbia stimolato un aumento significativo dell’uso dell’AI e di altri abilitatori digitali tra i produttori.
Stando a quanto emerso dalla ricerca, infatti, il 76% degli intervistati (dirigenti senior del settore manifatturiero) ha fatto ricorso a tecnologie disruptive come IA, analisi dei dati e cloud durante la pandemia; la percentuale sale all’81% se si considerano solo i rispondenti italiani.
Inoltre, ben il 66% dei rispondenti che utilizzano l’Ai nelle loro operazioni quotidiane hanno riferito che la loro dipendenza dall’Intelligenza Artificiale sta aumentando.
Perché si adotta l’AI nel manifatturiero
Le tre ragioni principali per l’adozione dell’AI sono: assistenza per la business continuity (38%), supporto nell’aumentare l’efficienza dei dipendenti (38%) e, più in generale, utilità per i dipendenti (34%).
È, infatti, chiaro che la tecnologia AI/ML può aumentare gli sforzi dei dipendenti del settore manifatturiero, sia fornendo analisi prescrittive come guida e formazione in tempo reale, sia segnalando pericoli per la sicurezza o rilevando potenziali difetti sulla catena di montaggio.
Ad esempio, utilizzando la visione AI, i lavoratori della linea di produzione possono dedicare meno tempo alle ispezioni ripetitive dei prodotti e possono invece concentrarsi su compiti più complessi, come l’analisi delle cause profonde.
Il ricorso all’AI in produzione? Dipende dal Paese
Secondo l’indagine, la misura in cui l’AI viene utilizzata già oggi varia fortemente tra le varie aree geografiche. Mentre l’80% e il 79% dei produttori rispettivamente in Italia e Germania riferiscono di utilizzare l’Intelligenza Artificiale nelle operazioni quotidiane, questa percentuale scende negli Stati Uniti (64%), in Giappone (50%) e in Corea (39%).
Secondo Domink Wee: «Si è tentati di affermare che questa disparità è dovuta a un “divario di talento AI”. Anche se è la barriera più comune, solo un quarto (23%) dei produttori intervistati crede di non avere il talento per sfruttare correttamente l’AI. Anche il costo non sembra essere un ostacolo (21% degli intervistati). Piuttosto, dalle nostre osservazioni, l’anello mancante sembra essere avere la giusta piattaforma tecnologica e gli strumenti per gestire una pipeline di AI di livello di produzione. Questo è ovviamente l’obiettivo dei nostri sforzi, in quanto crediamo che il cloud possa davvero aiutare il settore a fare un cambio di passo».
D’altra parte, la chiave per l’adozione diffusa dell’AI sta nella sua facilità di implementazione e utilizzo.
Piace qui sottolineare che – in riferimento all’adozione del cloud considerato essenziale per l’accelerazione dell’AI – l’Italia emerge come il Paese nel quale una strategia cloud/hybrid/multi cloud è adottata dall’88% dei produttori di macchine intervistati.