Percezione del clima lavorativo, impegno per il miglioramento dell’ambiente di lavoro, fiducia nella direzione, strumenti di lavoro e risorse fornite dalle imprese: sono questi i fattori chiave che contraddistinguono le 8 migliori aziende italiane in cui gli operai e gli addetti alla produzione sono più felici di lavorare. Great Place to Work Italia, azienda che studia e analizza il clima aziendale, della trasformazione organizzativa e dell’employer branding, ha stilato per la prima volta la classifica “Best Workplaces for Blue Collar”, ascoltando il parere di oltre 5.300 operai impiegati in 45 imprese italiane.
Da questa analisi sono emerse 8 realtà virtuose, che valorizzano le proprie persone e si impegnano affinché i cosiddetti blue collar workers siano soddisfatti della propria esperienza lavorativa. Il 97% delle organizzazioni analizzate appartiene al settore manufatturiero con il food & beverage maggiormente rappresentato, seguito dalla produzione di macchinari e metalli e dal chimico.
Nelle 8 migliori aziende italiane secondo i blue collar, in media, il 77% degli operai afferma di lavorare in un eccellente luogo di lavoro, un dato superiore di ben 25 punti percentuali (52%) rispetto agli altri ambienti lavorativi analizzati nel ranking stilato da Great Place to Work Italia. Il podio dei Best Workplaces for Blue Collar vede al primo posto Andriani Società Benefit, azienda agroalimentare pugliese, davanti alla fiorentina La Marzocco (macchinari industriali) e alla pisana Masoni Industria Conciaria (conceria e pellami). Completano la classifica Gruppo Sapio (chimico), ENGIE Italia (energia), Sew-Eurodrive Italia (automazione industriale), Martini e Rossi (Bacardi, beverage) e I.C.O.P. Società Benefit (edilizia).
“La realizzazione della prima edizione della classifica dei Best Workplaces for Blue Collar è per noi motivo di grande orgoglio”, afferma Beniamino Bedusa, Presidente e Partner di Great Place to Work Italia. “Lavorando a stretto contatto con le aziende e con le persone che vivono quotidianamente quelle realtà, abbiamo avuto l’impressione che gli operai e gli addetti alla produzione fossero una parte della popolazione lavorativa che non riceveva l’attenzione che invece merita, pur rappresentando il 15-16% dell’intera forza lavoro nazionale. L’obiettivo di quest’indagine è stato da una parte quello di porre il focus su questa tipologia di lavoratori, monitorandone l’esperienza in azienda, e dall’altra, lato management, cercare di comprendere le opportunità e le difficoltà nel gestire questa categoria che, dopo il Covid, vive una vita molto diversa da quella dei cosiddetti “white collar”, senza possibilità di usufruire di particolari policy quali la flessibilità e lo smart working. Analizzando i risultati del ranking, si evidenzia come negli ambienti di lavoro d’eccellenza, a misura di operaio, nel 61% dei casi le persone sono contente di andare a lavorare, un dato superiore del 35% rispetto alle altre imprese analizzate”.
Uno dei due principali indicatori alla base della classifica delle migliori aziende in cui si lavora meglio secondo gli operai italiani è il Trust Index, l’indice proprietario di Great Place to Work che rappresenta il valore medio delle risposte positive al questionario di clima aziendale. Qui i Best Workplaces for Blue Collar hanno mostrato, in media, nel confronto con le altre aziende analizzate, una differenza di ben 24 punti percentuali (69% contro 45%). Il secondo indicatore preso in esame è l’Improvement Index, che misura l’impegno delle aziende nel miglioramento dell’ambiente di lavoro attraverso azioni concrete, e qui addirittura c’è una distanza di ben 34 punti percentuali tra gli 8 Best Workplaces for Blue Collar (72%) e le altre aziende prese in esame nel ranking (38%). Ma quali sono gli altri indicatori che caratterizzano i Best Workplaces for Blue Collar? La fiducia nei confronti della direzione aziendale è uno degli elementi distintivi delle top 8 con il 50% degli operai che afferma di avere molta fiducia nella direzione aziendale, il doppio rispetto alle altre aziende analizzate (25%). Vi è poi una miglior percezione da parte degli operai degli strumenti di lavoro e delle risorse fornite e messe a disposizione dall’azienda (82 vs 61, +21%) e un maggior livello di engagement (61 vs 26, +35%). Ciò si traduce in una maggior propensione delle tute blu ad essere ambasciatori della propria azienda: il 77% raccomanderebbe, infatti, la propria azienda come eccellente luogo di lavoro ad amici e conoscenti, un dato superiore del 30% rispetto alle altre aziende prese in esame. C’è poi la questione della sicurezza fisica dei luoghi di lavoro dove vi è una differenza di ben 15 punti percentuali tra le aziende della classifica e le altre, che sale al 34% rispetto al benessere psicologico.