E’ giunta alla 14° edizione il NuovamacutLive, evento italiano dedicato alle tecnologie più innovative per lo sviluppo prodotto, organizzato da TS Nuovamacut, società del Gruppo TeamSystem. Le parole chiave di questa edizione si possono riassumere in coraggio, scoperta e trasformazione digitale.
Una giornata di approfondimento sulla trasformazione digitale
La giornata di approfondimento sullo sviluppo tecnologico e le sfide per le aziende che devono affrontare la trasformazione digitale si svolgerà al Paganini Congressi di Parma il 16 ottobre, con apertura dei lavori alle 9.30, seguendo il filo rosso “Dare to discover” (Osa scoprire), al fine di sottolineare quanto superare la paura del cambiamento e avere il coraggio di scoprire nuovi orizzonti sia funzionale alla crescita. Un’intera giornata scandita da talk con interventi di esperti, analisi dei dati, presentazione di casi di successo, area espositiva, per finire con la premiazione della prima competizione di idee dedicate alle start up impegnate nell’innovazione dell’industria manifatturiera, in collaborazione con AlmaCube.
«Il nostro gruppo lavora con 2 milioni di clienti, aziende di grandi e piccole dimensioni, conosciamo l’imprenditoria italiana piuttosto bene. L’imprenditore di oggi deve avere nel proprio Dna una virtù: il coraggio – sottolinea Sauro Lamberti, Amministratore delegato di TS Nuovamacut – avere il coraggio di innovare significa sfidare lo status quo, esplorare nuovi scenari o nuovi mercati, sviluppare prodotti che non esistono ancora e di conseguenza accettare l’incertezza. Solo chi ha il coraggio di rischiare può realmente innovare. Il coraggio richiede una visione che va oltre l’ordinario, la capacità di vedere opportunità dove altri vedono limiti e la determinazione a costruire qualcosa di straordinario. Questo è il coraggio che fa la differenza tra chi si limita a seguire il mercato e chi, invece, lo crea”.
La ricerca
La transizione digitale, per gran parte delle imprese, è un percorso iniziato da tempo. Per altre le prospettive di trasformazione sono ancora piene di incognite. Il quadro della situazione, con un rapido cenno allo scenario economico generale, emerge dall’analisi dei dati della ricerca presentata oggi da Lorenzo Veronesi, Associate Research Director IDC Manufacturing, imprese del settore manifatturiero, nel confronto tra Italia ed Europa. Tra le preoccupazioni principali degli imprenditori, si evidenziano la necessità di adattarsi a una crescente variabilità della domanda (sia in termini di flussi che di aumento della complessità degli ordini) e la difficoltà a mantenere i costi operativi a livelli accettabili. Emerge un atteggiamento di generale inquietudine rispetto al prossimo futuro, con il 50% delle aziende italiane ed europee che si aspetta una recessione moderata (la posizione italiana in merito è leggermente più ottimistica).
Rilevante notare come malgrado questi timori, non sia messa in conto una riduzione degli investimenti in tecnologia. «Questo dato mostra come l’IT sia visto oggi come una leva fondamentale per far funzionare in modo ottimale i processi di business – spiega Lorenzo Veronesi – e non come un costo da contenere durante le difficoltà». Tanto che la stima di spesa IT per l’intero 2024, rispetto al budget originale, viene rivista al rialzo dal 32% delle aziende manifatturiere italiane.
Non da sottovalutare la propensione delle imprese a utilizzare già l’intelligenza artificiale generativa (Gen AI): solo il 4% delle aziende italiane e il 7% di quelle europee non stanno ancora facendo nulla di significativo a riguardo, mentre il 20% delle aziende manifatturiere in Italia e il 30% in Europa dichiarano di aver già introdotto diverse applicazioni di GenAI, con l’idea di espanderle in futuro. La metà sta investendo in modo significativo in questa direzione con un piano spesa definito nei prossimi 18 mesi, che comprende sia formazione sia acquisto di software.
L’indagine ha esplorato anche le criticità percepite dai dipendenti delle aziende manifatturiere italiane ed europee. Il 40,7% dei connazionali accusano, nel loro percorso professionale la mancanza di occasioni di apprendimento, interno all’azienda, criticità sentita solo per il 29,9% dei dipendenti europei.
Ma la sfida delle sfide per il 44% delle aziende Italiane – contro il 35,7% dei colleghi europei – è nel migliorare la capacità di prendere decisioni basandosi sulla single source of truth, ovvero su una visione unica evitando silos informativi, unita alla mancanza di accesso tempestivo alle informazioni rilevanti. Da qui la conferma della necessità sempre più stringente di adottare tecnologie collaborative in grado di far convergere le informazioni in un unico ambiente condiviso.
I casi di successo in tecnologie abilitanti
Per raccontare la propria esperienza saliranno sul palco tre aziende italiane che hanno adottato tecnologie innovative a supporto del loro sviluppo prodotto:
Fabio Breviario, R&D Manager, Condictix-Wampfler; Roberto Pagliucci, CEO Rise Technology e Matteo Valente, Head of Thermo-mechanical Systems Engineering Group, Consorzio RFX.
CONDICTIX-WAMPFLER è leader mondiale nella progettazione e realizzazione di sistemi di trasmissione di energia e dati per tutti i tipi di utenze e macchinari mobili. In particolare, lo stabilimento di Agrate Brianza produce collettori rotanti, dispositivi elettromeccanici che trasferiscono energia elettrica tra sistemi con parti rotanti, come le giostre nei parchi di divertimento. La scelta “coraggiosa” di questa azienda è stata quella di spingere sull’innovazione per affrontare la riduzione di marginalità su alcune famiglie di prodotto a causa della crescita dei costi di produzione: la stampa 3D di diverse parti meccaniche ha permesso di abbattere i costi del 50% e di produrre componenti anche migliori. «Abbiamo dovuto sperimentare molto, abbiamo cambiato non solo il modo di produrre ma anche di progettare – racconta Fabio Breviario, R&D Manager Condictix-Wampfler – Oggi non potremmo fare a meno di questa tecnologia, tanto che siamo pronti per fare l’upgrade al modello di stampante 3D successivo».
RISE TECHNOLOGY, azienda con sito produttivo a San Martino di Lupari (Pd), si occupa della produzione di macchine dedicate al settore del fotovoltaico, in particolare, di celle fotovoltaiche. Nel 2022, si è aggiudicata, unica realtà italiana, la vittoria di un progetto dell’European Innovation Council, con un finanziamento di 2,5 milioni di euro, risorse utilizzate per la loro “scelta coraggiosa”, ossia lo sviluppo del brevetto di una macchina completamente progettata da Rise Technology per la produzione di celle fotovoltaiche. La nuova macchina iSplash abbatte l’uso di argento del 99%, con conseguente significativa riduzione dell’impatto ambientale associato all’estrazione e alla lavorazione di questo metallo prezioso. Notevole anche l’impatto economico con un risparmio del 90% sui costi di produzione delle celle solari.
«Abbiamo ridotto il consumo dell’argento da 16-18 milioni di euro per gigawatt di produzione a soli 300.000 euro – sottolinea il Roberto Pagliucci – Questo è un vantaggio enorme per l’industria fotovoltaica, poiché abbassa la soglia di costo per la produzione di energia solare, rendendola più accessibile e competitiva rispetto ad altre fonti di energia. A far decollare un’innovazione come questa serve il binomio persone e tecnologia –afferma Pagliucci – le persone che hanno competenze interdisciplinari sono fondamentali e l’uso di strumenti tecnologici che possano far dialogare e circolare i vari saperi. La necessità di mettere a sistema la condivisione delle informazioni è diventata una priorità per far partire questo brevetto. Con l’adozione della piattaforma collaborativa 3DEXPERIENCE SOLIDWORKS siamo riusciti a condividere dati in sicurezza da ovunque, perché la tecnologia è in cloud, un valore aggiunto che va anche ad abbattere i costi dell’infrastruttura IT. Abbiamo migliorato la condivisione dei progetti e la gestione dei file. L’uso del cloud ha semplificato questi processi e ridotto i costi, questa tecnologia ha accelerato tutto il processo di sviluppo prodotto.
CONSORZIO RFX è un istituto di ricerca attivo a livello internazionale nell’ambito della fusione nucleare e relative applicazioni, sostenuto da CNR, ENEA, INFN, Università di Padova ed Acciaierie Venete SpA. Sta lavorando a un progetto di respiro mondiale il progetto ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor) a cui partecipano Stati Uniti, Unione Europea, Russia, Cina, India e Corea del Sud. Si tratta di un reattore, in corso di costruzione a Cadarache, nel sud della Francia. Questo progetto intende dimostrare la fattibilità tecnica che si può usare la fusione nucleare come fonte di energia pulita per il futuro dell’umanità.
La fusione è la reazione nucleare che alimenta il sole e le altre stelle, e rappresenta una potenziale concreta fonte di energia sostenibile sul lungo termine. Il progetto ITER ha l’obiettivo di replicare sulla Terra, tramite impianti e tecnologie specifiche, quanto avviene nelle stelle. «Nel Consorzio ci occupiamo dello sviluppo di un prototipo di uno dei sistemi di riscaldamento addizionali dell’esperimento», spiega Matteo Valente, Head of Thermo-mechanical Systems Engineering Group, Consorzio RFX. E anche in questa storia di successo a supportare coraggio e ingegno dei ricercatori l’uso di tecnologie all’avanguardia come il software di progettazione CATIA che ha permesso di interfacciare le attività del Consorzio con ITER ORGANIZATION per garantire una progettazione integrata validando i requisiti già in fase di progettazione. «Tutto ciò che viene pensato, disegnato, progettato e costruito all’interno del Consorzio RFX è “one-of-a kind” – insiste Valente – Non vi è la logica della produzione di serie che può esserci in un’azienda di produzione. Tutto ciò che viene sviluppato è un prototipo che punta a testare principi, tecnologie, soluzioni, che, se di successo, vengono identificate come di riferimento per altri progetti. In questo senso lo spirito della ricerca e dell’innovazione continua è intrinseco nelle attività quotidiane di chi lavora».
Le Startupt finaliste del contest START UP to DARE
Un sistema di lancio per lo Spazio ipersonico innovativo, un’applicazione per rilevare infezioni, un biodiesel utilizzabile al 100%, pannelli di plastica riciclata per l’edilizia e un trattore in grado di muoversi su terreni di massima pendenza. Sono le idee “che osano” proposte dalle 5 le start up finaliste selezionate all’interno della 1° edizione Contest Start Up to Dare, competizione di idee volta a far emergere le più innovative dell’industria manifatturiera. L’evento di premiazione si terrà il 16 ottobre a Parma nell’ambito del NuovamacutLive, a partire dalle ore 14.30, organizzato da TS Nuovamacut, Gruppo TeamSystem, si svolge in collaborazione con Almacube e con il supporto di Dassault Systèmes.
I team dei 5 progetti finalisti avranno l’opportunità di presentare le loro proposte; una giuria di esperti, presieduta da Sauro Lamberti, Amministratore Delegato TS Nuovamacut, Gruppo TeamSystem, premierà le 3 start up vincitrici, che saranno valutate in base alla capacità di coniugare al meglio tecnologia, intuizione, ingegno e creatività per migliorare l’ecosistema imprenditoriale e ambientale. Requisito fondamentale l’uso di software per sviluppare le proposte. In palio un contributo del valore di 60 mila euro.
Le finaliste
FAST Aerospace, start up di Milano, impegnata nello sviluppo di HyperDart: un sistema di lancio ipersonico innovativo per satelliti di piccole e medie dimensioni, che riduce l’impronta ambientale e democratizza l’accesso allo spazio. Questo lanciatore utilizza un velivolo senza pilota che decolla da aeroporti esistenti, superando la dipendenza da infrastrutture spaziali tradizionali. Per esempio, i lanci possono essere effettuati dallo spazioporto di Taranto-Grottaglie. Essendo riutilizzabile al 95%, HyperDart offre un’alternativa sostenibile ed economica rispetto ai razzi verticali per raggiungere lo Spazio. Una soluzione che può favorire la crescita di nuove tecnologie spaziali, sostenendo l’innovazione e l’industrializzazione.
GeneSys Bio di Montefiascone (VT) è un sistema di rilevamento rapido dell’impronta genetica dei patogeni, con prima applicazione IVU (infezioni delle vie urinarie). La piattaforma è stata sviluppata per ottenere test sensibili e utilizzabili vicino al paziente, fornendo risultati accurati in meno di un’ora, così da consentire decisioni terapeutiche migliori e riducendo i costi sanitari. La soluzione è costituita da un dispositivo basato sulla tecnologia PCR potenziata dall’intelligenza artificiale e da un kit progettato per massimizzare la velocità e l’accuratezza. La piattaforma può essere usata anche per malattie infettive più ampie.
Refuel Solutions, realtà modenese, ha sviluppato il BiodieselKit, soluzione innovativa che consente ai veicoli diesel di funzionare al 100% con biodiesel, superando i limiti tecnologici attuali che ne impediscono l’uso in purezza. Il biodiesel è prodotto dal riuso di oli esausti; il suo utilizzo al posto dei carburanti fossili riduce le emissioni di anidride carbonica del 90% e le polveri sottili del 60%. L’Italia è ad oggi uno dei principali produttori europei di biodiesel. Attualmente, il biodiesel viene usato solo come additivo, miscelato al 7% con il diesel tradizionale. BiodieselKit permette invece il funzionamento completo a biodiesel, elevando la sostenibilità dal 7% al 100%, affrontando e superando i limiti di compatibilità con i propulsori diesel.
Plastiz, start up a vocazione sociale di Torino, che trasforma i rifiuti plastici e altri materiali dell’edilizia in un nuovo prodotto 100% riciclato e riciclabile, per progetti di design e architettura. Si tratta di pannelli di grandi dimensioni in grado di adattarsi a diversi contesti d’uso; ciascuno racconta la storia dello scarto con cui è stato creato, dando nuova vita a flaconi, tappi, bobine, frigoriferi. La trasformazione degli scarti plastici avviene attraverso il processo innovativo di termoformatura.
ALPIrobot, start up di Cuneo, che produce un innovativo trattore, progettato per lavorare su terreni in forte pendenza, non praticabili con mezzi tradizionali. La sua versatilità lo rende adatto per una vasta gamma di colture e operazioni agricole. Il radiocomando con display e portata fino a una distanza di 150 m garantisce all’operatore la gestione delle attività da una posizione sicura, riducendo i rischi di incidenti sul campo. La macchina è interconnessa, ha quindi la possibilità di scambio dati verso un centro di controllo remoto, rispettando i requisiti di agricoltura 4.0. Porta l’agricoltura anche in contesti meno semplice, diversi dalla pianura, valorizzando i territori e sviluppando l’economia locale.