A poco meno di una settimana di distanza da quando l’emergenza sanitaria Covid-19 è stata dichiarata ufficialmente pandemia, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha annunciato di aver dato il via alla collaborazione con l’International Chamber of Commerce (ICC) allo scopo di mobilitare la comunità imprenditoriale mondiale nella lotta contro il coronavirus.
“Qualsiasi impresa o attività commerciale è un elemento attivo che gioca un ruolo chiave nella riduzione dei rischi di contagio e di impatto sulla società, hanno dichiarato in una nota congiunta le due organizzazioni. Un’azione chiara e immediata potrà efficacemente contribuire a ridurre i rischi nel breve termine per i lavoratori, nonché i costi che imprese ed economia dovranno scontare sul lungo periodo”.
Quella tra OMS e ICC è una collaborazione che molti manager e imprenditori attendevano e che consentirà, pur in un momento di incertezza e costante evoluzione, di garantire la continuità delle loro attività, assicurando nel contempo la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Domanda e offerta praticamente sconvolte
Per comprendere come i cambiamenti in atto stiano segnando lo scenario globale, è necessario esaminare gli impatti di tipo economico ai quali le aziende manifatturiere hanno dovuto far fronte a causa della pandemia di Covid-19.
Le prime difficoltà hanno inizialmente interessato la supply chain, ovvero la catena della fornitura. Nei mesi di gennaio e febbraio in Cina la chiusura delle fabbriche e la paralisi dei porti commerciali hanno causato un crollo delle esportazioni, il che ha causato gravi ripercussioni sugli approvvigionamenti dei materiali indispensabili alla produzione di aziende in altre parti del mondo. Sebbene gli ultimi segnali indichino come in Cina si stia, sia pur lentamente, ritornando alla normalità, gli analisti hanno posto tutti in guardia sui ritardi e gli shortage che, probabilmente, si trascineranno ancora per qualche tempo.
Secondo un sondaggio dell’Institute for Supply Management effettuato all’inizio di marzo, quasi il 75% delle aziende ha riferito di aver sperimentato nei propri stabilimenti delle interruzioni nelle forniture dovute proprio all’epidemia di coronavirus. Quasi sei aziende su dieci (57%) hanno registrato una dilatazione dei tempi di consegna dei componenti di livello 1 provenienti dalla Cina, con tempi medi più che raddoppiati rispetto alla fine del 2019. In particolare, il 44% ha dichiarato di non essere pronto con alcun piano alternativo per affrontare e risolvere questi disagi, il che probabilmenre rende questo un buon punto di partenza per apportare cambiamenti operativi con il supporto delle tecnologie digitali.
Nel corso del mese di marzo, tuttavia, molti produttori hanno iniziato a fare i conti con le esigenze imposte dagli shutdown, che li ha costretti a sospendere la produzione a seguito dell’enorme diffusione registrata dal virus in quasi tutti i paesi del mondo. Nel Regno Unito, ad esempio, nelle ultime settimane alcune importanti case automobilistiche sono state costrette a chiudere temporaneamente le loro fabbriche, tra cui BMW, Honda, Jaguar Land Rover e Nissan.
In parte ciò è dovuto ai ritardi degli approvvigionamenti provenienti dalla Cina, ma anche al fatto che ai lavoratori è stato imposto di restare a casa per appiattire la curva dei contagi. Ciò suggerisce la necessità di rendere la produzione, laddove possibile, quanto più indipendente possibile dagli asset, in modo tale da poter dirottare il lavoro verso maestranze in grado di operare da altri siti.
Da ultimo, molti produttori si attendono un ulteriore e ben più profondo impatto sulla domanda dei loro beni, in quanto i consumatori stanno adattando le loro abitudini di spesa al distanziamento sociale, che comporta periodi di permanenza forzata a casa e la riduzione dell’orario di lavoro.
A seguito del manifestarsi dei primi segnali di recessione globale gli economisti stanno seguendo con molta preoccupazione la situazione di Regno Unito, Europa e Stati Uniti. Le aziende non possono fare a meno di monitorare attentamente in che modo la domanda sta evolvendo, per adattare di conseguenza i programmi di produzione nei mesi a venire.
Risposte rapide ed efficaci
Nonostante le incertezze del momento e le prospettive non certo incoraggianti, ci sono ancora margini di intervento che le aziende possono sfruttare non solo per fronteggiare l’attuale situazione, ma anche per non farsi cogliere impreparate di fronte a quelle che potrebbero presentarsi in futuro.
“Prevedere l’imprevedibile” è di per sè una strategia che già molte volte e in diversi frangenti è risultata vitale, ad esempio quando i piani di produzione hanno dovuto fare i conti con eventi metereologici estremi, guerre commerciali, dispute legali, fallimenti dei fornitori o, come in questo caso, una pandemia globale.
Fortunatamente, le tecnologie digitali oggi offrono ampi margini di intervento, che consentono alle aziende manifatturiere di dare risposte rapide ed efficaci alle difficili situazioni che esse si trovano ad affrontare nei periodi di crisi. Vediamole di seguito.
- Problem-solving collaborativo
Con la tecnologia cloud, tutti i dati critici si trovano conservati in un luogo centralizzato e accessibile solo agli utenti autorizzati, indipendentemente da dove essi si trovino. Ciò consente di continuare a lavorare insieme per affrontare efficacemente i problemi che possono presentarsi in situazioni di emergenza, come ad esempio le rotture di stock causate da un fornitore momentaneamente non più in grado di consegnare la merce.
Sono inoltre disponibili piattaforme per attività di progettazione e gestione del prodotto di tipo SaaS (software-as-a-service), che possono essere utilizzate in modalità collaborativa per riassegnare le risorse ingegneristiche necessarie a portare a termine i progetti e mantenere una traccia documentale di tutte le decisioni prese, il tutto semplicemente servendosi di un normale browser web. Con un modello di abbonamento SaaS è possibile, all’evenienza, aggiungere nuovi utenti e rimodulare il team di lavoro per essere essere operativi in pochi minuti, consentendo alle aziende di disporre di tutta l’agilità di cui hanno bisogno nei momenti critici.
- Trasferimento di conoscenze e competenze
Nel caso in cui i processi di produzione debbano essere trasferiti da un sito all’altro in risposta a un imprevisto, le soluzioni di realtà aumentata e mista (AR/MR) sono una valida soluzione che può essere utilizzata per la formazione dei lavoratori che necessitano di aggiornare le loro competenze. Soluzioni di questo tipo consentono al personale esperto di realizzare video avvalendosi del supporto di dispositivi AR/MR (wearable device quali visori, cuffie ecc.), grazie ai quali possono interagire e spiegare nel dettaglio le procedure operative che stanno eseguendo. Una volta registrati, i video possono essere modificati, arricchiti di ulteriori informazioni e quindi condivisi con tutti i lavoratori che necessitano di formazione.
Una quindicina di miei colleghi di stanza nel Regno Unito stanno proprio utilizzando questo approccio per sostenere l’iniziativa VentilatorChallengeUK, che si prefigge l’obiettivo di realizzare 10.000 ventilatori polmonari per i pazienti ricoverati negli ospedali della nazione. Grazie alla nostra soluzione PTC Vuforia Expert Capture siamo stati in grado di “acquisire” il processo di produzione presso gli impianti di Smiths e Penlon per trasferirlo attraverso l’impiego degli occhiali Microsoft HoloLens ai lavoratori di altre fabbriche del consorzio. Sfruttando la potenza della realtà aumentata, abbiamo minimizzato i tempi di start-up, oltre che ridotto drasticamente le possibilità di contagio durante la produzione, pur riuscendo a fornire dispositivi di ventilazione conformi ai requisiti medici nei volumi richiesti.
- Servizi di assistenza da remoto
Le applicazioni di assistenza remota permettono a due interlocutori che operano in luoghi diversi di condividere in tempo reale immagini “live” di uno stesso ambiente. Tali applicazioni risultano estremamente efficaci quando, come nel caso dell’attuale emergenza, i viaggi di lavoro sono vivamente sconsigliati, se non addirittura vietati, o il personale che si trova sul campo non è in grado di gestire il supporto localmente.
Per tutta la durata dell’attuale crisi legata all’emergenza Covid-19, PTC ha deciso di offrire un concreto supporto alla comunità produttiva di tutto il mondo offrendo gratuitamente il suo prodotto Vuforia Chalk a tutte le imprese che necessitano di un valido aiuto per affrontare le sfide che la chiusura degli uffici e delle fabbriche impone loro di affrontare.
Uno sguardo al futuro
In questo momento la situazione è fluida e le impellenze a cui far fronte sono molte. Tuttavia, qualsiasi azienda dovrebbe iniziare concretamente a pensare a quali misure potrebbero essere adottate non solo per gestire al meglio i problemi contingenti, ma anche per essere preparata a prevenirli in futuro.
Come riportato in un recente articolo pubblicato su Harvard Business Review, “non dobbiamo considerare Covid-19 un’emergenza isolata. Dobbiamo invero aspettarci che alla fase attuale ne seguano di nuove, così come altre epidemie nel futuro”.
L’articolo continua: “farsi trovare ora preparati per la prossima crisi (o per la prossima fase dell’attuale emergenza) è probabilmente la soluzione più efficace che possiamo trovare rispetto a qualsiasi tipo di risposta che, sia pur rapida e mirata, saremo in grado di dare al manifestarsi dell’emergenza”.
A cura di Paolo Delnevo, Vice President Italia e Sud Europa di PTC