Fondazione M&M – Idee per un Paese migliore propone il “pacchetto” Industria Italia, misure straordinarie che catalizzino l’attenzione sul tema degli investimenti, attraggano capitali e introducano facilitazioni amministrative e incentivi, secondo tre linee d’azione:
- Una versione potenziata e rinnovata dei crediti d’imposta per investimenti – Industria 5.0;
- Una misura d’incentivo degli investimenti trasformativi per il raggiungimento di obiettivi collegati alla transizione ecologica – Impresa ESG;
- Un insieme di semplificazioni, supporto e incentivi burocratico-amministrativi per l’attrazione degli investimenti;
Questi interventi – in particolare Industria 5.0 e Transizione ESG – potrebbero essere finanziati tramite la rimodulazione del PNRR. Si configurerebbero come un’evoluzione di Industria/Transizione 4.0 e contribuirebbero alla transizione ecologica e digitale, nonché all’efficientamento energetico, facendo leva sugli investimenti delle imprese. L’automatismo di questi incentivi (erogati tramite crediti d’imposta ampiamente utilizzati dalle aziende italiane) ne consentirebbe la spesa senza ostacoli burocratico-amministrativi rilevanti per la PA e soprattutto in tempi rapidi.
L’Italia può giocare un ruolo chiave nell’attrazione di investimenti
In un quadro in cui geopolitica, effetti della pandemia e cambiamento climatico stanno ridisegnando l’economia globale, l’Italia può giocare un ruolo chiave nell’attrazione di investimenti, qualora predisponga strumenti ad hoc per attirare capitali, e coniughi le politiche industriali orizzontali dei fattori con quelle verticali di alcuni settori strategici.
“Stiamo assistendo a una riorganizzazione dell’economia globale, con cambiamenti che investono catene del valore, flussi di investimento, commercio internazionale, e coinvolgono tutte le principali economie del pianeta” spiega Fabrizio Pagani, presidente di Fondazione M&M. Il paper Industria Italia è il risultato di un attento lavoro di analisi e confronto messo a punto da Fondazione M&M con la collaborazione dei consiglieri dell’Advisory Board, tra i quali Emma Mercegaglia, Corrado Passera, Enrico Pazzali e Daniele Ferrero.
Come rilevato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), la frammentazione economica determina una riorganizzazione degli investimenti lungo linee geopolitiche e il progressivo decoupling delle economie occidentali da quelle di alcuni Paesi emergenti, Cina in primis, e riguarda principalmente i settori industriali strategici (energia, semiconduttori) e i servizi avanzati (finanza, servizi professionali).
Da qui, la spinta a localizzare in Occidente gli anelli più delicati di alcune catene del valore. Questo fenomeno è incentivato o, talora, imposto dai governi, con il duplice obiettivo di proteggere l’accesso alle tecnologie di frontiera e di ridurre la dipendenza economica da Paesi autocratici o comunque non considerati amici.
In Italia basso rischio geopolitico e rischio strategico-economico minore
Il cambiamento climatico costituisce un’ulteriore spinta alla riorganizzazione dell’economia globale. La transizione e la sicurezza energetica – necessità resa urgente dall’invasione dell’Ucraina – hanno spinto i governi a intensificare gli sforzi per ridurre la dipendenza da combustibili fossili importati (RePower EU), molte aziende stanno spostando la produzione per ridurre il proprio impatto ambientale, e beni a forte componente carbonica prodotti in Paesi lontani saranno progressivamente sottoposti a dazi e divieti (ad esempio, con il Carbon Border Adjustment Mechanism dell’UE, che entrerà in vigore nel 2026).
Allo stesso tempo, la pandemia ha esposto le carenze produttive dell’Occidente in ambito sanitario, dai dispositivi di protezione a basso contenuto tecnologico ai vaccini mRNA all’avanguardia, e il post-pandemia ha evidenziato i rischi di catene del valore troppo lunghe, localizzate in Paesi ostili e con una logistica non affidabile.
Secondo il FMI, l’Italia offre a potenziali investitori un rischio geopolitico basso, in linea con le altre democrazie avanzate, e un rischio strategico-economico minore di diversi paesi avanzati, tra cui Germania, Stati Uniti e Corea del Sud. Il Paese presenta molte delle condizioni ideali per attrarre nuovi flussi di investimenti FDI. E come sostenuto con Industria Italia, potrebbe beneficiare all’incrocio tra le politiche “orizzontali” e “verticali”, che sappia cioè favorire gli investimenti domestici in maniera generalizzata, ma anche attirare capitali sui settori chiave.