Siete mai stati al Casinò? Qualunque sia la risposta, non importa, fate comunque questo gioco: chiudete gli occhi per dieci secondi e pensate a una di quelle bellissime ed elegantissime sale da gioco. Ora riapriteli, poi scegliete l’oggetto e il rumore che più vi sono rimasti impressi. Sono sicuro che sceglierete la roulette e il ticchettio della sua pallina impazzita.
Quando si parla di Casinó, si pensa alla roulette. Non a caso, è il gioco più rappresentativo e iconico che esista. Rappresenta l’archetipo definitivo dell’uomo che sfida la fortuna basandosi su una singola variabile: il caso. Come il nome potrà facilmente suggerire, la roulette nasce in Francia.
La ruota presenza ancora oggi numeri dallo 0 al 36 alternati dal cromatismo rosso-nero. Nella variante inglese del gioco troviamo la medesima ruota, ma con un tappeto leggermente diverso, pensato per far lavorare un solo croupier, e non tre come nella versione francese. Esiste poi anche la variante americana, che si fregia di una trentottesima casella, il doppio zero. C’è un motivo per cui i giocatori non amano puntare sullo zero, ma non è legato a quanto paga lo 0 alla roulette, ma piuttosto perché ci indica in modo evidente il bel vantaggio del banco, rispetto ai giocatori.
Puntare è piuttosto semplice. Si potrà fare una puntata semplice, ovvero su un singolo numero, oppure optare delle combinazioni più “coperte”. La roulette, nonostante i cambiamenti costanti del mondo, rimane un punto fisso indelebile nel mondo del gioco, e sono pronto a scommettere che lo sarà ancora per un lunghissimo tempo.
La storia del gioco della roulette nel corso del tempo
Le prime forme note di questo gioco risalgono addirittura al sedicesimo secolo, ma le radici potrebbero essere ancora più antiche. Pensate che i Romani impegnati in guerra avevano trovato un passatempo piuttosto bizzarro per intrattenersi tra una battaglia e l’altra. Il gioco campale consisteva nel rovesciare una ruota da carro su un fianco, sezionare il terreno sottostante in dieci parti e utilizzare una freccia come puntatore. I soldati, a turno, facevano girare la ruota scommettendo su qualche spicchio la freccia avrebbe potuto fermarsi. Vi ricorda qualcosa? Paradossalmente, non furono neppure gli antichi Romani i primi a darsi da fare in questo modo. Ancor prima di loro, anche I Greci erano soliti scommettere con modalità molto simili, bensì utilizzando uno scudo al posto della ruota da carro.
Nonostante queste leggende molto simpatiche che si rincorrono a cavallo tra le pieghe della storia, ancora oggi è impossibile stabilire un’autentica data d’invenzione per la roulette. Esistono altre scuole di pensiero: qualcuno sostiene che la roulette arrivi dalla Cina e che sia stata portata in occidente da un monaco errante. Secondo altri ancora, dietro la roulette ci sarebbe addirittura la mente eccellente di Blaise Pascal, che avrebbe partorito il celebre gioco nel tentativo di sviluppare e mettere a punto una macchina per studiare il moto perpetuo.
L’ipotesi più accreditata, nonostante tutto, vuole che la roulette sia in realtà il frutto della fusione di diversi giochi popolari come il Biribissi, nato in Italia, e il britannico Roly Poly. La costante di questi passatempi era sempre la stessa: un tabellone numerico sul quale raccogliere le puntate dei giocatori, diversi sistemi per decretare il numero vincente.
Ad ogni modo, la prima roulette del tutto identica a quella che conosciamo oggi arrivò nel 1800, proprio in Francia. Divenne subito il gioco di punta per eccellenza di tutte le case da gioco, salvo poi essere messo al bando dal 1830 circa fino al 1933.
Le origini francofone del gioco sono ancora oggi molto presenti. Basti pensare alla lingua con cui il croupier gestisce, anima e dirige il gioco: proprio il Francese! Per la comodità di tutti e per una sorte di convenzione non dichiarata, gli operatori sono soliti utilizzare anche l’inglese, seppur con qualche variazione di formula dettata dall’esigenza di traduzione.