In data odierna, dopo aver condiviso con il Sindacato i dati salienti della 171esima indagine congiunturale di Federmeccanica, abbiamo fatto il punto sui quattro incontri che si sono tenuti tra il mese di giugno e il mese di luglio scorso. Continua quindi il confronto con la realtà, nella quale deve essere sempre calato il confronto sul rinnovo del Contratto. Nel definire il quadro di sintesi degli incontri scorsi sono stati approfonditi alcuni aspetti, anche alla luce di elementi forniti dai sindacati su determinati punti. Abbiamo analizzato in maniera accurata i dati evidenziati dalle organizzazioni sindacali. Con particolare riferimento alla produzione di valore nel nostro Settore, occorre fare una prima fondamentale precisazione e sottolineatura che già emergeva dal documento presentato da Federmeccanica all’apertura del confronto il 30 maggio scorso.
Il settore metalmeccanico è estremamente eterogeneo, ricostruito mettendo insieme varie categorie e differenti comparti, a loro volta composti da tantissime aziende diverse da ogni punto di vista.
Quando si tratta dell’impatto derivante dall’incremento dei costi, non va preso a riferimento il valore complessivo dell’intero Settore, che non può essere considerato come un’unica grandissima azienda con un bilancio consolidato.
Occorre andare in profondità come abbiamo fatto con le nostre indagini, e come abbiamo fatto studiando le informazioni contenute nella banca data indicata dal Sindacato durante il confronto.
Ebbene, con riferimento a tale fonte dati, si evidenzia come nel periodo 2019-2022 l’EBITDA in valore assoluto è diminuito nel 30% delle aziende metalmeccaniche, mentre se si considera l’EBITDA in rapporto alle vendite la percentuale di aziende che ha registrato una contrazione sale al 40% e questo ha riguardato oltre 25mila aziende.
Non solo, risulta che il 55,2% (poco più di 30mila aziende) ha un EBITDA inferiore al 10%, di queste il 19,8% (circa 11mila aziende) ha un EBITDA compreso tra 0 e 5% mentre la situazione è ancora più drammatica per poco meno di 4mila aziende che hanno un EBITDA pari o inferiore a zero e addirittura poco più di 10mila aziende hanno un utile netto pari o inferiore a zero.
I dati in questione riguardano le imprese metalmeccaniche censite dalla citata banca dati che comprende anche quelle non aderenti a Confindustria e quindi a Federmeccanica.
La tendenza che affiora è sostanzialmente in linea con quanto rappresentato nell’indagine che abbiamo condotto presso le nostre imprese.
In questo contesto non possiamo che confermare l’oggettiva funzionalità dell’impianto basato su due livelli nel quale:
– il CCNL ha una funzione di garanzia adeguando i minimi tabellari all’inflazione (IPCA NEI) ex post.
– il livello aziendale ha la funzione di redistribuire una quota di marginalità, se adeguata e crescente.
Abbiamo anche approfondito quanto segnalato dal Sindacato sul lavoro in somministrazione.
Da un’analisi accurata emerge che nell’universo metalmeccanico, che anche in questo caso comprende moltissime aziende non aderenti al Sistema Federmeccanica, la percentuale di contratti di somministrazione sul totale dei dipendenti metalmeccanici è pari allo 0,7%.
Occorre sottolineare che trattasi del numero di contratti e non di persone, pertanto potendosi stipulare più contratti per singolo lavoratore la suddetta percentuale si ridurrebbe nettamente se fosse riferita al singolo lavoratore.
Anche in questo caso pur con le necessarie approssimazioni si può affermare che le indagini di Federmeccanica presso le aziende associate sono una fedele rappresentazione della realtà.
Nel corso dell’incontro abbiamo confermato le nostre disponibilità espresse nei quattro appuntamenti di giugno e luglio.
Federmeccanica: molteplici disponibilità e impegni
- Trovare insieme le modalità più efficaci per applicare in tutte le aziende il collegamento tra salari e produttività.
- Valutare insieme come rendere l’esistente forma di riduzione orario (PAR) più funzionale ai bisogni di persone e imprese.
- Semplificare e razionalizzare le procedure di informazione e consultazione in considerazione delle varie fonti.
- Impegnarsi sulla prevenzione di qualsiasi forma di molestia sul luogo di lavoro e non solo, e favorire l’occupazione e la crescita professionale del personale femminile.
- Promuovere una partecipazione che preveda il coinvolgimento dei dipendenti in tutti i processi aziendali.
- Affermare il principio fondamentale della responsabilizzazione attraverso il rispetto delle regole contrattuali condivise ad ogni livello.
- Rendere MetApprendo strutturale e promuovere la formazione di qualità con rilevanza sociale.
- Aggiornare l’inquadramento professionale con nuovi profili e nuove competenze, superando definitivamente il concetto di mansione per affermare quello di ruolo, senza automatismi e rigidità.
- Diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro ad ogni livello, focalizzandoci sulla prevenzione.
- Puntare sull’aggiornamento e lo sviluppo delle competenze che oltre a favorire la crescita professionale sono anche funzionali all’occupabilità delle persone.
- Promuovere la sinergia pubblico privato sia a livello nazionale che periferico per la massima efficacia delle politiche attive.
- Valutare insieme la creazione di una rete per gli appalti attraverso la tecnologia blockchain per registrare l’applicazione delle norme fondamentali e per diffondere le buone pratiche.
Dopo la replica del Sindacato che ha confermato le richieste contenute nella Piattaforma, abbiamo ritenuto necessario chiarire in maniera ancora più puntuale il percorso che riteniamo si debba intraprendere per continuare sulla strada del Rinnovamento intrapresa a partire dal 2016.
Per questo motivo abbiamo comunicato alle Organizzazioni Sindacali che è nostra intenzione elaborare una proposta organica e strutturata che verrà presentata nel prossimo incontro che si terrà il 10 ottobre p.v..