Del futuro del mondo delle conserve si è discusso in occasione della recente tavola rotonda “Orizzonti per l’Industria Conserviera Alimentare: il Supporto di SSICA” organizzata presso Cibus Tec dalla SSICA.
Proprio la Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari – Fondazione di Ricerca da oltre 100 anni è punto di riferimento per oltre 4000 imprese del comparto delle conserve alimentari.
“Quello delle conserve alimentari è un settore ad alto tasso di innovazione e in rapida evoluzione. Ciò richiede lo studio e la messa a punto di nuovi processi produttivi, nuovi prodotti e nuovi servizi, nell’ottica di conciliare tecnologia e sicurezza per garantire standard qualitativi sempre più elevati. Nonostante Il contesto attuale, instabile dal punto di vista economico e geopolitico, il settore delle conserve alimentari si conferma espressione dell’eccellenza Made in Italy in Italia e all’Estero” il commento di Simone Legnani, Presidente di SSICA.
SSICA e il suo ampio raggio d’azione
La SSICA opera nel campo delle conserve Ittiche, di carne e vegetali, ma anche della sostenibilità, della qualità, sicurezza e pre-industrializzazione degli alimenti. Attiva anche nel Marketing e Consumer Science mette a disposizione delle aziende associate strumentazioni scientifiche, conoscenze e competenze. Il tutto per la creazione e la sperimentazione di processi tecnologici innovativi.
Tra le eccellenze sviluppate dalla SSICA spiccano gli “impianti pilota”, tecnologie che permettono attività di scale-up industriale e metodi d’indagine originali atti a rilevare nuovi driver del mercato agroalimentare. Questo per intercettare le tendenze di consumo, l’evoluzione dei gusti e delle scale valoriali tra i consumatori. Il tutto in un’ottica di promozione del Made in Italy in Italia e all’estero.
La ricerca pioneristica sull’impiego delle alte pressioni sta consentendo di ottenere prodotti conservati pressoché indistinguibili dal fresco, di allungare la shelf life e di mantenere le caratteristiche di qualità e sicurezza. Un supporto concreto per i produttori che possono esportare anche a lunga distanza. Un procedimento sperimentato e impiegato dalle conserve ittiche e di carne alle bevande. Il tutto superando i limiti dei processi più tradizionali come la sterilizzazione e la pastorizzazione.
“L’impegno della SSICA è di rispondere sempre più all’evoluzione dei tempi e del mercato, per questo sono state individuate alcune tematiche di ricerca specifica. Tra queste la revisione dei processi di trattamento termico, l’estrazione di ingredienti da sottoprodotti industriali e lo sviluppo di imballaggi eco-sostenibili”, aggiunge il Presidente Legnani.
“Si tratta di orizzonti che riguardano il miglioramento nutrizionale, le indicazioni di origine e tracciabilità e la sicurezza degli impianti. Ma anche l’innovazione e la digitalizzazione dei processi attraverso Industria 4.0 e 5.0, che possono trovare nuovo impulso e potenzialità di sviluppo nel PNRR. Così come nella transizione ecologica e nei fondi disponibili a cascata, dal livello europeo fino a quello regionale, in coerenza con le nuove politiche nazionali ed europee anche in tema di sostenibilità e riciclo” – conclude Simone Legnani.
Nuova vita alle molecole risultanti dai residui di lavorazione
Proprio in tema di sostenibilità e riciclo, secondo i dati riportati dalla Commissione Europea, in media ogni anno un europeo produce 180Kg di imballaggi, e sono proprio questi tra i principali prodotti impiegati nella conservazione degli alimenti. Il 40% della plastica e il 50% della carta utilizzati negli Stati Europei hanno dunque questa finalità, con una tendenza che prevede un aumento generale dei rifiuti del 19% anno su anno. Per far fronte a questa problematica, studi SSICA hanno dimostrato la possibilità di valorizzare la quantità enorme di scarti o sottoprodotti di lavorazione (pari al 50% della materia prima che entra in una fabbrica).
Questo grazie al recupero di sostanze pregiate provenienti dalla lavorazione di prodotti ittici e vegetali. Sostanze da reimpiegare nell’industria alimentare come ingredienti, integratori oppure nel settore farmaceutico, nutraceutico, cosmetico, del packaging.
I ricercatori SSICA hanno individuato nel chitosano una sostanza con notevole potere antibatterico, in grado di essere usata come film attivo per il confezionamento di alimenti. Nella gommoresina derivante dal pomodoro, invece, ci sarebbe un’alleata per ottenere un’utile vernice interna con funzione di barriera protettiva nelle confezioni. Infine, negli imballati di cellulosa, tipicamente composti dall’80% di cartoncino vergine e per la restante parte da polietilene a bassa densità, lo strumento per favorire la protezione del prodotto.
Insomma: l’uomo si è sempre preoccupato di conservare i cibi. Non a caso, il mercato delle conserve alimentari oggi per l’Italia vale 17,3 miliardi di euro e segna una crescita dell’export del +23,6% rispetto al 2021. La sfida, semmai, sta proprio nell’innovazione, nella qualità e nella sicurezza.